NAPOLI – La direzione nazionale del Pd, ieri, è servita a ufficializzare l’apertura del congresso nazionale ai partiti minori. Un congresso costituente che vedrà, non a caso, garanti il leader piddino Enrico Letta e quello di Articolo Uno Roberto Speranza. “Vogliamo costruire con Articolo1 un lavoro comune – ha spiegato il leader piddino Letta – Questo vale con tutti coloro che decideranno di aderire, vale per Demos e Centro democratico”. Ma in Campania non tutti gli esponenti delle forze alleate con i dem in Regione, al momento, sono sicuri di partecipare. “Ad oggi non ci sono le condizioni per farlo, ma ovviamente attendiamo le scelte del presidente. Certo, un Pd completamente rinnovato nel metodo, con un azzeramento dei quadri dirigenti può diventare attrattivo verso quella costellazione che ha lavorato sotto bandiera civica in questi anni”. È stato il commento del consigliere Diego Venanzoni. Sarà perché ancora non sono state riviste le regole per le primarie, o sarà perché ancora non si hanno certezze rispetto ai candidati? Considerato che il congresso servirà a eleggere il segretario nazionale del PD, le forze politiche esterne serviranno per lo più a tirare acqua al mulino di qualcuno tra i capibastone dem con cui hanno o vogliono stringere accordi in vista delle imminenti elezioni regionali e subito dopo delle Europee. Ciò significa che l’impegno dei consiglieri regionali, soprattutto se eletti in liste civiche, sarà direttamente proporzionale al legame con i candidati. Se il governatore Vincenzo De Luca, impegnato a costruire un asse del Sud con il pugliese Michele Emiliano, dovesse suonare la sveglia ai suoi fedelissimi, quelli del gruppo De Luca presidente come Venanzoni, piuttosto che Campania Libera, o del gruppo misto, questi scenderebbero in campo per portare voti al presidente o al candidato di bandiera per l’area ‘meridionalista, che potrebbe per esempio essere il sindaco di Bari De Caro. A differenza dei deluchiani ‘puri’, i sostenitori del governatore che indossano la casacca di partiti minori come Pasquale Di Fenza di Centro Democratico, sono già ben disposti a dare il proprio contributo a quello che è il congresso Pd. “Noi siamo in coalizione e aspettiamo che sciolgano le riserve su come intendono proseguire per il congresso – ha spiegato – il momento non è di certo facile e sembra che navighino a vista. Certo, è che se davvero apriranno alla coalizione con le primarie noi saremo sicuramente della partita”. Posizione meno complicata per gli esponenti di Articolo Uno che da tempo chiedevano al Pd un congresso aperto e costituente che gli consentisse di tornare alla casa madre senza creare troppo clamore. Nei fatti, se si considera che il Pd da sempre risente del correntismo interno, aggiungere altre anime a quelle già esistenti rischia di rivelarsi un boomerang. Certo, nell’immediato la partecipazione di forze esterne dovrebbe quantomeno garantire il ‘successo’ delle primarie. Tutto il resto si vedrà dopo. Ma nel mentre per piddini e ‘ospiti’ la riflessione rispetto alla scelta del candidato da appoggiare è fondamentale perché è da questo che dipenderà il peso che avranno in futuro nel o con il Pd. Ad oggi in Campania, sembra, abbiano già sciolto la riserva il capogruppo in consiglio regionale Mario Casillo, Loredana Raia e gli ex deputati Lello Topo e Umberto Del Basso De Caro che sosterranno il presidente dell’Emilia Stefano Bonaccini. Candidato che potrebbe vedere convergere i deluchiani se non arrivassero ad avere i numeri per presentare una candidatura di bandiera. Tutto a patto che si trovi un accordo su questioni chiave come la battaglia contro l’autonomia differenziata che vede De Luca e Bonaccini su posizioni diverse. Con un accordo di questo tipo anche i consiglieri regionali Bruna Fiola e Massimiliano Manfredi potrebbero convergere. Sul fronte opposto il segretario del Pd Napoli e deputato Marco Sarracino e i lettiani come Stefano Graziano. Il primo passo verso il congresso è stato fatto con la scelta dei componenti del comitato Costituente di cui fanno parte i campani Sandro Ruotolo, Maurizio De Giovanni e Pina Picierno. Ora tocca agli aspiranti segretari ufficializzare la candidatura e riuscire a farsi sostenere anche dagli ‘extra-Pd’.
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