“La verità è che mio padre non ha preso un euro da Romeo. Mentre invece ha preso migliaia di Euro da Marco Lillo e da Il Fatto quotidiano”. Così Matteo Renzi rispondendo a una domanda di Marco Lillo a margine dell’udienza Consip.
“Ho messo a dura il rapporto tra me e mio padre per una vicenda che politicamente non esiste”. “L’Eni era importante, non Consip – aggiunge – Ho letto di forze dell’ordine che intercettavano senza autorizzazione e capite che c’è qualcosa che non torna”.
Quando eravamo al governo, “noi eravamo terrorizzati che ci fossero indagini – continua – Se dire di stare attenti ai comportamenti era favoreggiamento, allora eravamo tutti da mandare all’ergastolo”.
“Con mio padre ho avuto qualche discussione – continua – quando ho letto su un quotidiano che mio padre avrebbe avuto un incontro in una bettola segreta, l’ho chiamato e ho alzato un po’ la voce. Mio padre non me lo vedevo a fare traffichino, e infatti gli unici soldi che ha preso sono quelli delle cause per le diffamazioni”.
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