Gas, Pichetto: “Prezzi a livelli pre-guerra, serve una sicurezza strutturale”

È quanto dichiara il ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica

Gilberto Pichetto (Foto Fabio Cimaglia / LaPresse)

MILANO – “Il clima mite e il comportamento responsabile degli italiani hanno avuto un ruolo importante, ma l’analisi del fenomeno è complessa, anche perché il prezzo dell’energia elettrica dipende da quello del gas. Per questo l’Italia si è battuta per raggiungere in Europa un accordo sul price cap che ha ‘tagliato le unghie’ alla speculazione. Bisogna poi considerare quanto fatto per nuovi flussi di approvvigionamento e per mantenere pieni gli stoccaggi”. È quanto dichiara il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in una intervista al ‘Corriere della Sera’. Sui rincari dei prezzi del gas precisa: “Intanto partiamo da un dato positivo: i prezzi sono scesi ai livelli di prima della guerra. Vuol dire che dobbiamo affrontare i problemi che avevamo già un anno fa: infrastrutture, disponibilità e flessibilità delle forniture. L’incertezza non è di certo debellata, ci accompagnerà fino a che non ci saremo messi in sicurezza “strutturale” come Paese e come Europa, dotandoci delle strutture di ricevimento del gas liquefatto e di una maggiore capacità di trasporto e interconnessione. I rigassificatori di Piombino prima e Ravenna dopo sono indispensabili: ci consentiranno di affrontare con maggiore serenità l’inverno 2024 e quelli successivi. Si tratta di 5 miliardi di metri cubi per ciascun rigassificatore di cui non possiamo fare a meno in vista di una possibile totale interruzione di gas dalla Russia”. Sui rigassificatori il ministro aggiunge di avere “diverse soluzioni. Ci sono i rigassificatori di Gioia Tauro e di Porto Empedocle, che potranno essere realizzati in tempi brevi, insieme al raddoppio del Tap e al potenziamento della linea Adriatica. Il tutto mentre si svilupperanno le energie rinnovabili, che stiamo incentivando per raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 e azzerarle nel 2050”.

(LaPresse)

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