NAPOLI – Nel corso dell’ultimo anno, la guerra in Ucraina ha provocato non solo la morte di migliaia di persone, ma anche danni incalcolabili all’ambiente. Ha avuto un impatto molto negativo sulla biodiversità della regione: un terzo della biosfera europea passa proprio dall’Ucraina e il conflitto sta minando la sopravvivenza di migliaia di piante e animali.
Sono stati distrutti interi territori e città, come Mariupol, e si stima che ci siano già stati oltre duemila casi di gravi danni ambientali registrati. L’agricoltura è stata messa in ginocchio dagli incendi, campi minati e metalli pesanti nel suolo. Inoltre, le emissioni sono in impennata.
Il ministro dell’Ambiente ucraino ha sottolineato che attaccare l’Ucraina significa attaccare un terzo della biodiversità del Vecchio continente. Il paese rappresenta infatti il 35% della biodiversità dell’Europa, con oltre 70mila specie animali e vegetali e quasi 1.400 di queste sono protette. Foreste, paludi, steppe e habitat salini ospitano questa grande varietà di specie e sono ora a rischio.
I bombardamenti che hanno colpito le campagne ucraine hanno distrutto intere aree verdi, divorate dagli incendi. Lo spostamento delle truppe con i mezzi corazzati pesanti ha messo in ginocchio i boschi, con alberi spesso tirati giù per favorire l’avanzata. Inoltre, i blackout elettrici continui si sono tradotti in un’impennata nell’abbattimento di legna per la combustione domestica, un’erosione delle foreste che è conseguenza indiretta dei raid.
Molte di queste zone sono ora minate e ricoperte di crateri, compromesse anche a causa della contaminazione dei suoli dai metalli pesanti presenti nelle munizioni. Ci sono almeno 600 specie animali minacciate dalla guerra, tra cui i delfini. Sulle coste protette del Mar Nero prima del conflitto si trovavano una media di tre delfini spiaggiati all’anno. L’Ucraina, un paese che copre solo il 6% del territorio europeo, ma è fondamentale per la sopravvivenza di molte specie animali e vegetali e per la salute dell’intero pianeta. La guerra in corso rappresenta quindi un vero e proprio ecocidio.
Il costo di tutto questo in termini di danni è stimabile per il momento in circa 46 miliardi di euro. Le conseguenze ambientali della guerra in Ucraina rappresentano la miccia per ulteriori catastrofi umanitarie di domani. A subire danni (stimati in 40 miliardi di dollari) è stata anche l’agricoltura del paese. Ciò include la distruzione di macchinari, infrastrutture logistiche, fabbricati aziendali, e danni diretti ai campi e agli allevamenti. Secondo Agronotizie, oltre 14.300 ettari di colture sono stati devastati, e 2,8 milioni di tonnellate di cereali e 1,2 milioni di tonnellate di olii di semi distrutti o rubati. Il valore dei capi di bestiame morti supera i 362,5 milioni di dollari. Molti terreni sono inutilizzabili a causa delle mine e delle munizioni inesplose, o per la caduta di sostanze chimiche tossiche come il fosforo bianco.
L’European journal of soil science stima che l’agricoltura ucraina potrebbe risentire della guerra per almeno 100 anni. Questa esperienza è già stata vissuta dopo il disastro nucleare di Chernobyl, e oggi come allora, il problema rischia di essere globale. L’Ucraina è il quarto esportatore mondiale di grano, ma le difficoltà alle coltivazioni, così come i container di cereali bloccati nei porti del Mar Nero a causa delle minacce russe, evidenziano la criticità della situazione. Nonostante la produzione sia ancora quasi in linea con quella degli anni precedenti, il sistema agricolo del paese è su un filo sottilissimo. Una diminuzione della produzione potrebbe portare a una catastrofe umanitaria di livello mondiale. La guerra ha un impatto significativo pure sul clima, con il comparto militare responsabile del 5,5% delle emissioni di gas serra, secondo il Conflict and environment observatory unit (Ceobs). Un confitto su larga scala come quella in Ucraina sta contribuendo in modo significativo a questo dato.
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