Favori al clan Zagaria e interposizione fittizia, assolti i Parente

Il pm aveva chiesto 9 anni per Raffaele e tre per il fratello Claudio: per la Procura erano vicini al boss Michele Zagaria

CASAPESENNA – Si è concluso con un verdetto di assoluzione il processo di primo grado a carico dei fratelli Raffaele e Claudio Parente. La Direzione distrettuale antimafia aveva invocato 9 anni di reclusione per Raffaele, accusato di aver fatto parte, in qualità di imprenditore, del clan Zagaria e 3 anni invece, per Claudio, che rispondeva di interposizione fittizia di beni. Il palazzo di giustizia partenopeo, a conclusione del processo con rito abbreviato, ha accolto le richieste del loro avvocato, il legale Ferdinando Letizia, ed ha assolto i fratelli Parente.
Raffaele Parente venne arrestato su ordine del Tribunale di Napoli, per poi essere scarcerato dal Riesame. Stando a quanto aveva ricostruito la Procura, l’uomo d’affari, dopo essere stato ‘condannato a morte’ dal clan dei Casalesi per la sua presunta vicinanza alla famiglia Bardellino e dopo essere scampato all’agguato sulla via Flacca a Formia nel quale morì, il suo amico, Pasquale Piccolo, sarebbe stato contattato da Michele Zagaria Capastorta, durante la celebrazione del processo Spartacus, affinché non deponesse contro di lui, autore materiale, insieme a Dario De Simone, attuale collaboratore di giustizia, del raid di piombo. E grazie alla testimonianza reticente di Parente, dice l’Antimafia, il boss di Casapesenna non venne condannato all’ergastolo (poi ugualmente inflittogli dalla Corte d’Assise di Latina). L’imprenditore sarebbe stato premiato da Capastorta dandogli i ‘gradi’ di suo uomo di fiducia e, a partire dal 2005, sostiene l’accusa, come businessman di riferimento per il clan nel settore dei trasporti di materiali per l’edilizia e di rifiuti. Parente si sarebbe fatto largo in questi business grazie ai finanziamenti ottenuti da Zagaria. Il fratello Claudio, invece, sarebbe stato l’intestatario delle società riconducibili a Raffaele. Le tesi della Dda però non sono ostate ritenute provate dal Tribunale di Napoli che ha deciso di dichiarare i Parente non colpevoli dei reati loro addebitati.

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