Maddaloni. Voto di scambio, chieste 8 condanne. Il sindaco Andrea De Filippo rischia un anno

Requisitoria nel processo per i presunti reati commessi nelle elezioni comunali del 2018: coinvolta la sorella del boss Esposito

Il sindaco Andrea De Filippo

MADDALONI – Otto richieste di condanna per voto di scambio in occasione delle elezioni comunali del 2018. Ieri la requisitoria del pm della Dda di Napoli Luigi Landolfi nel processo che si sta celebrando davanti ai giudici della prima sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere (presidente Giovanni Caparco). Un anno, con pena sospesa, con la concessione delle circostanze attenuanti generiche e l’esclusione dell’aggravante mafiosa per Andrea De Filippo, 61 anni, sindaco di Maddaloni. Tre anni e sei mesi per Carmela Di Caprio, 70 anni; è la madre di Teresa, Giovanni, Eduardo e Antonio Esposito; sono tutti imputati nello stesso processo, tranne il boss Antonio Esposito, detto ‘o sapunaro. Per Eduardo Esposito, 48 anni, sono stati chiesti quattro anni, Tre invece quelli chiesti dal pm per Giovanni Esposito, 49 anni. Per Teresa Esposito, 41 anni, ex consigliera comunale, la richiesta è stata di 5 anni e sei mesi. Per i tre Esposito e la Di Caprio la Dda ha ritenuto i presunti reati commessi con l’aggravante mafiosa per aver agevolato il clan Belforte, fazione di Maddaloni, di cui Antonio Esposito è considerato il capo. Per Salvatore Esposito, 60 anni, chiesti due anni senza l’aggravante mafiosa. Un anno, con pena sospesa, per Enrico Pisani, 64 anni, ex candidato sindaco, senza aggravante mafiosa. Un anno anche per Nunzia Di Donato, 35 anni, senza aggravante mafiosa. Si tornerà in aula il prossimo 15 marzo per la discussione degli avvocati; poi appuntamento al 24 con successivo previsto rinvio tecnico. La sentenza è prevista intorno al 10 aprile. Nel collegio difensivo gli avvocati Franco Liguori, Dezio Ferraro, Mario Corsiero, Romolo Vignola, Gianluca Di Matteo, Massimo Trigari, Aldo Tagliafierro. Il processo sta facendo luce sui presunti reati che si sarebbero consumato in occasione delle elezioni comunali del 2018, poi vinte da De Filippo. In quella occasione si andò al voto dopo appena un anno; il 30 agosto del 2017 ci fu infatti il formale decreto di scioglimento del Consiglio per la dimissione di tredici consiglieri. Il 10 giugno del 2018 si tornò alle urne. Andrea De Filippo è accusato di un episodio che si sarebbe verificato fino al 5 giugno del 2018. In concorso con Teresa Esposito, allora candidata consigliera (Esposito raccolse 297 preferenze ma non fu eletta con la lista Orientiamo Maddaloni al fianco di De Filippo), Enrico Pisani e Salvatore Esposito avrebbero promesso all’imprenditore Salvatore Esposito, titolare di una ditta del gas, “l’esecuzione di vessatori controlli amministrativi nei confronti di una ditta concorrente sul territorio maddalonese, nel commercio al dettaglio di Gpl in bombole”. Caduta l’aggravante mafiosa, nell’ipotesi in cui De Filippo dovesse essere condannato, sarà comunque tecnicamente candidabile. Tra l’altro la sentenza del processo in primo grado è prevista proprio a ridosso della data (15 aprile) entro cui presentare le liste per le comunali che si terranno a maggio.
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