SESSA AURUNCA – Ieri nelle chiese delle Diocesi guidate dal vescovo Giacomo Cirulli nel corso delle celebrazioni è stata comunicata ai fedeli la sospensione della figura dei padrini e delle madrine per i prossimi tre anni. Il decreto sarà promulgato il prossimo 20 marzo. “Nell’odierno contesto socio-ecclesiale l’ufficio dei padrini e delle madrine, per lo più, ha perso il suo valore originario. La missio legata a tali figure, infatti, consiste nell’accompagnare i catecumeni o i cresimandi nell’intero percorso di fede e non soltanto nel momento della celebrazione del Sacramento. Allo stato attuale, tuttavia, tale ruolo ha perso quasi del tutto il suo significato, riducendosi ad una sorta di adempimento formale o di consuetudine sociale”, è stato reso noto dalla Diocesi.
L’analisi di Padre Franco
Padre Franco Leone esercita la sua attività pastorale presso la chiesa di San Gaetano Thiene a Pescopagano in Mondragone, diocesi di Sessa Aurunca. Il religioso ritiene che la decisione del vescovo riporti l’attenzione sul significato dei sacramenti: “E’ un esperimento che il vescovo intende fare per i prossimi tre anni, poi si valuterà. Sospendere la funzione dei padrini e delle madrine permetterà di dare la giusta importanza al significato del Battesimo e della Cresima, contribuirà ad una maggiore consapevolezza dei sacramenti. Succede a volte che la figura del padrino passi in primo piano, che le famiglie siano più concentrate sulla festa che sul significato del sacramento”.
Il commento di Padre Paolo
Padre Paolo Carolo è il parroco della chiesa di Pescopagano. Il sacerdote ha rimarcato che si tratta di un esperimento temporaneo: “L’iniziativa non è nuova. In alcune Diocesi del Nord Italia è stata già adottata, tra l’altro il diritto canonico non prevede l’obbligatorietà del padrino o della madrina. Si tratta di figure che spesso non incidono più di tanto nella formazione di chi riceve i sacramenti; spesso scompaiono dopo le funzioni”. Dopo Pasqua dunque prenderà il via l’esperimento in tutte le Diocesi guidate da Cerulli. Tra i fedeli della sede di Alife-Caiazzo tuttavia comincia a serpeggiare il malumore: i fedeli sembrano non gradire tale decisione, alcuni stanno meditando di ottenere un nulla osta per ricevere i sacramenti in un’altra Diocesi dove è prevista la partecipazione di padrini e madrine.
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