NAPOLI – In arrivo una nuova stretta sui fumatori. La bozza con i nuovi divieti è stata annunciata dal ministro della Salute Orazio Schillaci. Le nuove regole dovrebbero includere anche le sigarette elettroniche, con lo stop nei dehors, alle fermate dei mezzi pubblici (metro, bus, treni e traghetti) e nei parchi in cui sono presenti bambini e donne incinte. Negli aeroporti, dove è già vietato fumare, dovrebbero essere eliminate le sale fumatori. I divieti scatteranno anche per i locali, non solo all’interno dove già non è possibile fumare ormai da anni, ma anche all’esterno, con la possibilità di poter fumare solo se si dispone di un’area riservata ai fumatori. I nuovi divieti, che potrebbero essere modificati in alcuni aspetti, saranno molto probabilmente inseriti in un disegno di legge di iniziativa governativa, e si ipotizza che possano diventare legge già quest’anno.
i DANNI alla salute
Il fumo danneggia la nostra salute. Il consumo di tabacco (tabagismo) rappresenta uno dei più grandi problemi di sanità pubblica a livello mondiale ed è uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di patologie neoplastiche, cardiovascolari e respiratorie. Il tabacco provoca più decessi di alcol, Aids, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme.
I DANNI ALL’AMBIENTE
I danni all’ambiente si producono in termini di emissioni e produzione di rifiuti. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’associazione Marevivo in tutto il mondo, ogni anno, 4,5 trilioni di mozziconi di sigaretta non vengono smaltiti correttamente, generando circa 770 milioni di chili di rifiuti tossici. Solo in Italia ne vengono dispersi nell’ambiente circa 14 miliardi. Secondo l’Unep, i mozziconi rappresentano il 40% dei rifiuti complessivi presenti nel Mediterraneo, ma non sono gli unici rinvenuti in spiagge, città o nei boschi. Accanto a questi sono spesso presenti altri rifiuti di piccole dimensioni come bottiglie, lattine, carte e piccoli imballaggi, il cui abbandono è definito con il termine inglese “littering”, che porta gravi conseguenze per l’ambiente sotto il profilo dell’inquinamento, con ricadute negative non solo dal punto di vista sociale, ma anche dei costi dei servizi di igiene urbana.
UN MARE DI PLASTICA
Poco incoraggianti anche i dati dei monitoraggi effettuati nel Mediterraneo nel corso del progetto Common finanziato dall’Unione Europea tramite il programma Eni Cbc Med che ha visto coinvolta Legambiente. Su oltre 90mila oggetti raccolti sulle spiagge mediterranee e analizzati, 17mila (circa il 20%) sono mozziconi di sigaretta, 6mila sono cotton-fioc. Dai controlli è emerso che la plastica rappresenta l’80% dei rifiuti dispersi nell’ambiente marino e costiero: su oltre 90mila oggetti raccolti sulle spiagge, 17mila (circa il 20%) è rappresentato da mozziconi, 6mila sono cotton-fioc. Su oltre 700 individui analizzati, riconducibili a 6 specie ittiche, è risultato che un pesce su tre ha ingerito plastica, in più della metà delle tartarughe analizzate sono stati ritrovati rifiuti. Ciò non solo a causa dei problemi dovuti all’ingestione dei rifiuti, ma anche ai possibili effetti tossici legati agli additivi aggiunti ai materiali plastici.
FUMO NELL’ARIA
Stando ai dati diffusi dal Ministero della Salute oltre all’inquinamento dovuto ai rifiuti del consumo, il fumo di sigaretta e la coltivazione del tabacco contribuiscono anche all’inquinamento atmosferico. Infatti il fumo contiene anidride carbonica, metano e biossido di azoto e inquina gli ambienti interni ed esterni, si lascia dietro residui che si depositano sulle superfici che sono dannosi soprattutto per bambini e animali domestici. Le emissioni dei prodotti del tabacco equivalgono a tre milioni di voli transatlantici. La deforestazione per le piantagioni di tabacco, che occupano nel mondo circa 200mila ettari, ha gravi conseguenze ambientali (perdita della biodiversità, erosione del suolo, inquinamento delle acque, aumento della CO2 nell’atmosfera).Ogni 300 sigarette (15 pacchetti) si consuma un albero per il processo di essiccazione delle foglie di tabacco. La coltivazione del tabacco richiede sostanze chimiche, inclusi pesticidi e fertilizzanti, che possono inquinare le acque.
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