Ospedali, la Regione frena. Aree pediatriche in affanno

L'ospedale Sant'Anna e San Sebastiano

CASERTA – La Regione calcola al ribasso le esigenze di personale e gli ospedali si trovano in sottonumero, specie per le aree materno-infantili. L’allarme è stato lanciato ieri dal sindacato Nursind, con una nota indirizzata al governatore Vincenzo De Luca, al direttore generale per la Tutela della Salute Antonio Postiglione, all’assessore al Bilancio Ettore Cinque, al direttore del Personale Gaetano Patrone e al presidente della commissione Sanità della Regione Vincenzo Alaia.

L’accordo

Alla fine dell’anno scorso, nota il responsabile regionale del sindacato Antonio Eliseo, la conferenza permanente tra lo Stato e le Regioni ha firmato l’accordo sul nuovo metodo per la determinazione del fabbisogno di personale. Confrontando questo metodo con i criteri su cui le aziende sanitarie stanno definendo i propri organici, emergerebbero delle evidenti discrasie. Nel nuovo schema di metodologia per il calcolo del fabbisogno di personale vengono elevati i minuti di assistenza del personale infermieristico e socio sanitario delle aree mediche e chirurgiche.

Ridotto il numero di ore annue

Inoltre, rispetto all’attuale decreto regionale, viene ridotto il numero di ore annue lavorate dal dipendente (1450 ore rispetto alle 1480 calcolate dalla Regione). Vista la grave carenza di personale infermieristico e socio sanitario che si registra in tutte le aziende ed enti del Servizio sanitario regionale, considerato che ad oggi gli organici nelle azienda sanitarie non sono stati potenziati, il sindacato sollecita i vertici della Regione a recepire le novità introdotte dalla nuova metodologia sul calcolo del fabbisogno di personale del Servizio sanitario nazionale. Bisogna quindi alzare il tetto di spesa del personale e procedere all’aumento degli organici.

Gli scenari

Se ad esempio un reparto di medicina ha 24 posti letto attivi, da decreto regionale servono 15 infermieri, mentre applicando la metodologia nazionale ne servirebbero 20, quindi 5 unità in più. Se si calcola il numero di infermieri, operatori socio sanitari e ostetriche dei dipartimenti area materno infantile (ginecologia, pediatria, nido, neonatologia) nessuno ha i numeri indicati da questa metodologia.
La Regione ha utilizzato come parametro del numero di ore annue lavorate 1480 mentre la nuova metodologia ha abbassato di poco questo parametro (1450). In definitiva se si applicasse questa metodologia, servirebbero più unità di personale infermieristico rispetto alla delibera regionale 593 del 2020.

Polo materno, mancano infermieri

Nel polo materno infantile tra Aorn e Asl mancano almeno 20 infermieri, oltre ai medici. E va ricordato che la Asl di Caserta ha 480 infermieri da stabilizzare. Intanto, il governatore Vincenzo De Luca dichiara che gli mancano 10mila operatori: in pratica, nota Eliseo, la Regione ammette di non rispettare i parametri della delibera 593 del 2022.
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