NAPOLI – Catturato il presunto killer di Francesco Pio Maimone, il giovane di 18 anni ammazzato nella notte tra domenica e lunedì nella zona degli chalet di Mergellina per futili motivi. Pare che il killer abbia esploso colpi di pistola per una scarpa sporcata. Secondo indiscrezioni, sembrerebbe che gli uomini della Squadra Mobile abbiano catturato il presunto responsabile. Dovrebbe trattarsi di un 20enne di Barra. Il sospettato portato si trova in Questura è stato accusato di omicidio aggravato dal metodo mafioso. Sembrerebbe che si tratti di un giovane che ha contatti con persone legate alla malavita organizzata della periferia Est di Napoli (i Cuccaro di Barra), senza però risultare affiliato a clan come lo erano il padre morto in circostanze violente e il fratello, attualmente detenuto. Circolano, quindi, indiscrezioni di una nutrita presenza di pregiudicati nel nucleo familiare del 20enne individuato dagli agenti della Squadra Mobile guidati dal capo Alfredo Fabbrocini.
Pare che gli investigatori abbiano individuato il sospettato soltanto poche ore dopo l’omicidio. Le testimonianze dei presenti (i colpi sono stati esplosi davanti al chioschetto ‘Da Sasà’) e le immagini delle telecamere di videosorveglianza sembrerebbero aver messo gli agenti di polizia sulla pista che porta a Barra in poco tempo. Qualche ora fa il sospettato è stato prelevato e portato nei locali della Questura in via Medina. Ancora da chiarire con precisione il movente del delitto. Pare che i colpi siano stati esplosi dopo che al killer siano state sporcate le scarpe di colore bianco con una bibita che si è rovesciata a causa della calca che c’è sul lungomare anche alle 2.30 del mattino di un lunedì come tanti. C’è anche chi afferma che il ‘pistolero’ abbia fatto fuoco perché gli avrebbero calpestato un piede. A Napoli si muore anche così. Questo pare sia stato il destino riservato a Francesco Pio Maimone, ragazzo di 18 anni, centrato al petto da un proiettile mentre trascorreva un po’ di meritato relax con gli amici. Aveva due lavori, Pio. Per cullare il sogno di aprire una pizzeria, di mattina si presentava in cantiere per svolgere le mansioni di muratore e di pomeriggio lavorava in un ristorante per apprendere l’arte di cucinare la pizza. E’ morto tra le braccia di Carlo, il suo migliore amico, che insieme alla famiglia della vittima chiede che venga fatta giustizia.