Milano, 27 apr. (LaPresse) – Sono due nordafricani di 30 e 28 anni, senza permesso di soggiorno e con numerosi precedenti, i responsabili degli episodi di violenza avvenuti a Milano nella notte. I due, che hanno numerosi alias, sono stati fermati dai carabinieri.
I due nordafricani sono stati arrestati in mattinata mentre stavano facendo colazione al Mac Donald di via Vitruvio, a pochi passi dalla stazione Centrale.
Avevano con sé i cellulari di tre delle loro vittime. Proprio analizzando le celle telefoniche agganciate dal telefono di un bengalese di 23 anni che intorno alle 2.30 i due giovani marocchini hanno ferito a morte in via Sammartini a Milano, è stato possibile rintracciarli.
I due marocchini di 30 e 28 anni, intorno alle 23.30, sono scesi dall’autobus in via Lincoln, a Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, e hanno preso di mira un altro passeggero, un peruviano di 36 anni. La vittima è stata aggredita con una bottiglia di plastica tagliata a metà ed è stata ferita al volto, preso a calci e pugni e gli sono stati rubati il cellulare e lo zaino. Poco dopo i due si sono scagliati contro un 31enne italiano che, da quando è stato sfrattato, dorme in strada. Gli hanno sferrato due coltellate all’addome, perforandogli milza e fegato.
L’uomo è stato ricoverato in codice rosso al Niguarda, operato d’urgenza e al momento resta in prognosi riservata ma non è più in pericolo di vita. Gli autori delle aggressioni, poi, si sono spostati a Milano. Intorno alle 2.15, in via Gaffurio i due hanno rapinato due studentesse ventenni della Cattolica, una inglese e l’altra americana. Le due ragazze avevano preso il bus in via Moscova ed erano scese in piazza Caiazzo e gli aggressori viaggiavano con loro.
Quando sono arrivati a destinazione, poi, le hanno rapinate, ferendo la studentessa inglese all’addome per portarle via il cellulare e la borsa. Pochi minuti dopo, intorno alle 2.15, i due nordafricani hanno aggredito un 23enne bengalese, che hanno ucciso con due fendenti al torace e all’addome per poi portargli via il telefono e il portafoglio. E proprio il cellulare dell’ultima vittima ha permesso di identificarli.