NAPOLI – La strategia di Elly Schlein per il futuro della Campania è parsa subito molto chiara. La nuova segretaria del Pd ha impostato una linea che guarda a sinistra, che punta ad allargare il campo ai 5 Stelle. Anzi, di più, ad annetterli viste le difficoltà gestionali che i grillini hanno palesato negli ultimi anni. E in questo quadro il nome perfetto per portare avanti il nuovo progetto giallorosso è quello dell’ex presidente della Camera, Roberto Fico. Una soluzione ideale per tenere insieme buona parte del campo largo naufragato prima delle ultime Politiche. Ma tra il dire e il fare, come spesso avviene, la distanza può diventare incolmabile. E così nell’ambiente del centrosinistra circola l’opzione di un piano B. I grillini, infatti, avendo subodorato l’intenzione di Schlein di portarli tutti sotto l’ombrello democrat, hanno cominciato a cambiare atteggiamento. Giuseppe Conte non perde occasione per pungolare il Pd sulle sue posizioni e sui temi sui quali insistere. Una risposta negativa al primo ammiccamento che, a lungo andare, potrebbe far saltare il piano A di Schlein. In caso di semplice alleanza, ma tenendo ben separati i piani, servirà un uomo che non è del Pd e che non è del Movimento 5 Stelle. Ed è qui che entra in gioco il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. L’ex rettore della Federico II è riuscito a tenere insieme alle Comunali che lo hanno premiato tutto e il contrario di tutto. Dalla sinistra ai moderati con una lunga militanza nel centrodestra. Il primo cittadino, chiaramente, chiederebbe la riproposizione dello stesso schema, con un campo larghissimo a sostenerlo. E l’idea potrebbe non dispiacergli affatto. Anche perché fare il sindaco del capoluogo partenopeo è esperienza dura, richiede una continua presenza sul territorio, la relazione con mondi ben lontani da quello accademico che Manfredi ha vissuto da protagonista per una vita. Un impegno complesso, con mille voci da ascoltare e pressioni difficili da gestire, mentre bisogna dare prova di saper migliorare una città di un milione di abitanti che sconta piaghe che sanguinano da un tempo infinito. Diverso è fare il governatore della Campania, una istituzione che gestisce risorse ingenti ma che si muove a un livello più alto. Un cambio di scrivania, quindi, che potrebbe rivelarsi congeniale per Manfredi che in qualche chiacchierata con i possibili alleati avrebbe dato anche una disponibilità di massima. Certo, resta un piccolo dettaglio da gestire in questa complessa partita. Un dettaglio che risponde al nome di Vincenzo De Luca. Che non ci sta a farsi defenestrare dal nuovo corso democrat targato Schlein e che è pronto a dare battaglia, prima per ottenere la possibilità di ricandidarsi dal consiglio regionale, poi eventualmente alle elezioni. E un confronto diretto con il presidente uscente complicherebbe anche il piano B della segretaria Pd.
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