CASAL DI PRINCIPE – Appalti dalla Provincia alle ditte della camorra, l’ingegnere Alessandro Diana, 75 anni, è stato condannato al termine del rito abbreviato per concorso esterno alla camorra. Sette anni per lui. La sentenza è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli Rosaria Maria Aufieri (ufficio 40) nella giornata di giovedì. Diana era l’unico imputato ad aver scelto il rito alternativo dopo la richiesta di rinvio a giudizio e la fissazione dell’udienza preliminare. E’ assistito dall’avvocato Alessandro Diana. Disposto invece il rinvio a giudizio per Tullio Iorio, 49 anni, di San Cipriano d’Aversa; Vincenzo Ferri, 43 anni, di Frignano; Raffaele Pezzella, 58 anni, di Casal di Principe e Vincenzo Cacciapuoti, 47 anni, di Frignano. Sono tutti accusati di concorso esterno al clan dei Casalesi fino al 2017. Iorio è assistito dagli avvocati Nando Letizia e Giuseppe Stellato. Pezzella da Stellato, Cacciapuoti da Alfonso Quarto.
Prima udienza a settembre
La prima udienza dibattimentale per i quattro rinviati a giudizio è stata fissata per il 12 settembre davanti al collegio B della prima sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. L’inchiesta è quella che nel giugno del 2020 portò all’arresto (domiciliari) e alla successiva scarcerazione dei due imprenditori edili Raffaele Pezzella e Tullio Iorio per concorso esterno in associazione camorristica, perché ritenuti contigui al clan dei Casalesi, in particolare alle famiglie Schiavone e Russo. Le indagini furono realizzate dai carabinieri del Ros con il coordinamento della Dda di Napoli, e rappresentarono un approfondimento dell’inchiesta Medea sulle infiltrazioni dei Casalesi negli appalti pubblici. Per l’accusa, i due costruttori sarebbero stati i referenti delle famiglie Russo e Schiavone, riuscendo, grazie all’appoggio delle cosche, ad ottenere l’affidamento di gare di appalto per la realizzazione e la manutenzione di opere commissionate dalla amministrazione provinciale di Caserta grazie all’aiuto di Diana, in veste prima di dirigente della Provincia e poi di tecnico di fiducia incaricato di avere contatti con funzionari pubblici per conto del clan.
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