“Ho ucciso Giulia per non farla soffrire”

Il 30enne trasferito in carcere. Ha riferito che compagna si era pugnalata da sola e che lui le ha inferto 3 o 4 coltellate. Il corpo senza vita della ragazza occultato in un’intercapedine

AVERSA – Un castello di menzogne, quello eretto con lucida follia da Alessandro Impagnatiello. Un castello che inquirenti e investigatori hanno picconato e fatto crollare in una manciata di ore, nel cuore della prima notte di giugno. Dalle bugie raccontate a Giulia Tramontano, la 29enne di Sant’Antimo dalla quale aspettava un figlio, a quelle con cui ha celato la sua vita e il suo rapporto con l’agente immobiliare napoletana alla cameriera italo-inglese che aveva incontrato al lavoro, e con la quale avrebbe poi intrecciato una relazione parallela sfociata in una gravidanza che lo stesso barman ha fatto interrompere. Poi un test del Dna ‘fabbricato’ ad hoc per dimostrare alla collega di non essere il padre del bimbo di Giulia. Fino alle menzogne propinate ai suoi familiari, ai parenti di Giulia, che erano in pena perché la ragazza – al settimo mese di gravidanza – sembrava svanita nel nulla, ai negozianti ai quali si è rivolto chiedendo loro di poter visionare le telecamere, fingendosi preoccupato per la sua fidanzata, e le falsità raccontate a raffica ai carabinieri, da quando domenica scorsa ha denunciato la scomparsa della persona che lui stesso aveva ucciso qualche ora prima. Con il cadavere di Giulia nascosto prima nel box dell’abitazione in via Novella, a Senago, per tre giorni, poi tenuto per 24 ore – mercoledì – nel bagagliaio della sua Volkswagen T-Roc bianca, a bordo della quale se n’è andato in giro fingendo di cercare la 29enne a destra e a manca, con il solo scopo di sviare le indagini. Alessandro Impagnatiello ora si trova nel carcere di San Vittore e le accuse sono pesanti, pesantissime: omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale. Per oggi alle 10 è fissato l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Laura Angela Minerva per la convalida del fermo eseguito all’alba di ieri.

La svolta all’alba

Sono le 6,50 di ieri quando il pm Alessia Menegazzo e l’aggiunto Letizia Mannella firmano il decreto di fermo a carico di Alessandro Impagnatiello, 30 anni, barman presso il lussuoso Armani Hotel di Milano, compagno di Giulia Tramontano, la 29enne della quale, pochi istanti prima, viene ritrovato il cadavere. Il corpo senza vita giace in un’intercapedine accanto a una fila di box auto in via Monte Rosa, zona residenziale di Senago, cinque minuti a piedi dall’abitazione in cui viveva la coppia, 120 secondi in auto. I dettagli sono macabri: Giulia presenta segni di bruciature e il suo corpo è avvolto nel cellophane. A portarlo lì è stato Alessandro, il suo compagno, il padre del bimbo che avrebbe visto la luce tra due mesi, Thiago. Un bimbo mai nato da una donna che quel sogno di diventare madre l’ha soltanto accarezzato.
E’ lo stesso Alessandro a indicare ai carabinieri dove si trova il cadavere, dopo essere crollato, insieme al suo castello di bugie, al cospetto dei magistrati: “Ho ucciso Giulia per non farla soffrire”, si legge nelle 29 pagine del decreto di fermo che, oggi, potrebbe trasformarsi in ordinanza di custodia cautelare. L’omicidio risale a sabato sera. “Mentre veniva verso la sala con il coltello che stava usando per i pomodori – ha riferito Impagnatiello agli inquirenti – ha iniziato a procurarsi dei tagli sulle braccia. Mi diceva che non voleva più vivere. Si era già inferta qualche colpo all’altezza del collo e io arrivato vicino a lei, per non farla soffrire le ho inferto anche io tre o quattro colpi all’altezza del collo” .
Qualche ora prima delle coltellate, sabato pomeriggio, Giulia è in centro a Milano per incontrare la cameriera italo-inglese. Non è un amante, non è l’ ‘altra’. Non può essere definita tale. E’ soltanto un’altra vittima. Lei si reputava la fidanzata di Alessandro, essendo stata circuita, plagiata, dal 30enne che le ha nascosto la presenza di Alessandra, una porzione enorme della sua vita privata, facendole credere di essere solo ‘suo’. Mentre le due parlano, Giulia riceve una telefonata: è Alessandro. La 29enne gli rivela che è insieme alla cameriera. Alessandro, a quell’incontro, non ci andrà mai. Giulia lo troverà a casa, a Senago, dove troverà anche la morte.

Le ricerche di Impagnatiello su internet: “Come disfarsi di un cadavere”

Secondo gli inquirenti meneghini, Impagnatiello avrebbe fatto “ricerche su internet” su come “disfarsi del cadavere” e avrebbe utilizzato il telefono della ragazza dopo l’orario presunto della morte per depistare. Dal numero della vittima ha risposto anche alle chat, preoccupate, della sua ‘amante’ e collega di 23 anni che quel pomeriggio aveva incontrato Giulia per un chiarimento reciproco fra le due donne. “Lasciami in pace, ti ho mentito” scrive all’altra per poi correre sotto casa di lei alle 2 di notte a Milano a dirle “il figlio non è mio, se n’è andata, ora sono un uomo libero”. L’inglese – talmente spaventata dalle ultime scoperte a cominciare da un test di paternità falsificato – non gli ha aperto la porta. Poche ore prima aveva proposto a Tramontano durante l’appuntamento al bar del centro di Milano di andare a dormire da lei se avesse “avuto problemi”. Solidarietà femminile.

Le bugie di Impagnatiello sono andate avanti per tutti i cinque giorni di ricerche, mentre si affievolivano le speranze di familiari e inquirenti di trovare viva la 29enne. Domenica si era presentato ai carabinieri di Senago nel tardo pomeriggio per presentare denuncia di scomparsa e quando gli era stato chiesto dove si trovasse lui ha fornito un indirizzo completamente inesistente dove avrebbe comprato della marijuana. Da lì gli accertamenti su alibi, telecamere di sorveglianza, telefoni, fino al ritrovamento di tracce di sangue nel bagagliaio della sua auto e sulla scena del delitto. La sua versione è che il coltello che ha ucciso Giulia lo avrebbe inizialmente tenuto lei stessa in mano, muovendolo in aria mentre cucinava. Era rientrata in appartamento alle 19 e aveva scoperto della gravidanza – poi interrotta – della 23enne britannica.

“E’ distrutto, stravolto”

Ci sono ancora alcuni buchi temporali da colmare, circostanze che non tornano e testimoni da risentire. Ma il quadro per i pm è chiaro e chiederanno convalida dell’arresto e custodia cautelare in carcere.
Intanto, l’avvocato Sebastiano Sartori, legale di Impagnatiello, fa sapere che il suo assistito è “qualcosa di più di pentito. E’ distrutto, stravolto”.

Fiori nel luogo in cui è stato ritrovato il cadavere

Ieri mattina, nel luogo in cui è stato ritrovato il cadavere di Giulia, i parenti hanno lasciato un mazzo di girasoli e un biglietto: “Per Giulia e Thiago, per sempre nei nostri cuori. Mamma, Papà, Chiara, Marco”. Tanta la commozione e la rabbia dei cittadini comuni che, come in una lunga processione, hanno portato fiori sotto la foto della ragazza a pochi passi dal posto dove è stata uccisa dal fidanzato reo confesso. “Io sono madre, so che tra poco lo sarebbe diventata anche lei, il mio è un gesto di solidarietà”, ha detto, quasi in lacrime, una ragazza con in braccio la figlia dopo avere posato due gigli bianchi.

L’amore per lo sport e i sogni infranti

AVERSA (Ciro Giugliano) – Una giovane promessa dell’atletica, Giulia Tramontano, viene ricordata come una ragazza solare, estrosa, socievole e bella. La notizia della sua prematura scomparsa ha colpito profondamente la comunità sportiva locale e il presidente della società “Atletica Aversa” e presidente regionale della Fidal Campania, Bruno Fabozzi. “Giulia era una giovane atleta con una passione innata per l’atletica sin da bambina – dice Bruno Fabozzi – Il suo impegno e la sua dedizione si manifestavano sia nei mesi invernali, durante gli allenamenti nella palestra della scuola Media di San Marcellino, che d’estate sul campo di calcio della locale squadra”. La tragica fine di Giulia ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo dell’atletica e nei cuori di coloro che l’hanno conosciuta. Un talento emergente spezzato troppo presto: Bruno Fabozzi, che ha seguito da vicino il percorso sportivo di Giulia, ha espresso il suo profondo dolore per la tragedia che ha colpito la giovane atleta. Fabozzi ricorda con affetto i momenti condivisi con Giulia durante gli allenamenti e le competizioni: “Era una ragazza dai buoni propositi, determinata a realizzare i suoi sogni nello sport. Tuttavia, dopo un periodo nel mondo dell’atletica, Giulia ha deciso di intraprendere una carriera professionale al Nord, allontanandosi dal mondo dello sport. Nonostante questa scelta, la sua passione per l’atletica e il suo ricordo rimarranno vivi nella memoria di coloro che l’hanno conosciuta”. Un vuoto che lascia un’impronta. La scomparsa prematura di Giulia Tramontano ha lasciato un vuoto profondo non solo nel cuore di coloro che l’hanno amata e conosciuta, ma anche nel mondo dell’atletica. Il suo talento e la sua determinazione erano un’ispirazione per gli altri atleti e un motivo di orgoglio per la sua comunità. Ora, il ricordo di Giulia sarà un incoraggiamento per continuare a perseguire i propri sogni nello sport e a ricordare l’importanza di vivere ogni giorno con passione e determinazione. “Giulia Tramontano rimarrà per sempre nella memoria di coloro che l’hanno conosciuta, amata e seguita nel mondo dell’atletica – dice Bruno Fabozzi – La sua passione, la sua energia e la sua positività continueranno a ispirare gli altri e a lasciare un’impronta duratura nel mondo dello sport”. La comunità sportiva di Aversa e oltre piange la prematura perdita di questa giovane promessa, ma si impegna anche a onorarne il ricordo, mantenendo vivo lo spirito di Giulia attraverso l’impegno e il perseguimento dei propri obiettivi nello sport.


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