Feste, vacanze e visite in carcere: l’asse tra Martinelli e i Marino

Fari puntati sui colloqui ‘urgenti’ di Emilio con il papà Enrico e lo zio Schiavone. I sospetti dei carabinieri: l’ombra della droga sui rapporti tra i sanciprianesi e la famiglia di Secondigliano

SAN CIPRIANO D’AVERSA – La festa per i 30 anni, il viaggio in treno da Napoli a Parma per il colloquio in carcere con il papà Enrico (ergastolano del clan dei Casalesi) e la vacanza in Sardegna, a Porto Cervo: sono alcune delle tappe dell’estate 2020 di Emilio Martinelli, oggi 33enne. E tutte, secondo quanto accertato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Aversa, hanno una costante. Quale? La presenza della famiglia Marino di Secondigliano. Tra il sanciprianese e il gruppo partenopeo è emerso un saldo rapporto di frequentazione che ha attirato l’attenzione degli investigatori.

Il compleanno

La festa organizzata dal figlio del boss per i suoi 30 anni aveva fatto rumore nell’Agro aversano. E soprattutto aveva indispettito la famiglia Bidognetti. Circostanze che i carabinieri hanno appreso grazie alle conversazioni intercettate tra Teresa Bidognetti, figlia del capoclan Cicciotto ‘e mezzanotte, e il marito Vincenzo D’Angelo, alias biscottino (ora collaboratore di giustizia), avvenute tra la sera del 29 agosto e la mattina del 30 agosto 2020. Ascoltando i dialoghi della coppia, i militari hanno appreso che Martinelli aveva assunto, ormai, all’interno dell’organizzazione mafiosa un ruolo di “primo piano”. Posizione che aveva portato il sanciprianese a snobbare proprio D’Angelo durante la festa di compleanno, dove sarebbero stati presenti alcuni congiunti di esponenti di spicco della camorra napoletana, ovvero i Martino, alias Mackay. “Loro (i Martinelli, ndr.) – dice Teresa Bidognetti – non vedi, vanno a cercare il figlio del camorrista di Secondigliano, il figlio di quello là. Io con il figlio del camorrista non me la sono mai fatta?”. E aggiunge che la festa era stata organizzata solo “per spavalderia”. “Ma poi – sbotta Vincenzo – ci mettiamo paura di te (Emilio, ndr), del figlio di Mackay e di quell’altra banda di scemi?”.
Dalla chiacchierata tra Bidognetti e consorte, hanno ricostruito i militari, emerge pure che Martinelli avrebbe contribuito anche al sostentamento dei familiari di Cicciotto ‘e mezzanotte.

Le visite in carcere

Il motivo non è ancora chiaro, ma nel luglio 2020 Martinelli aveva manifestato l’esigenza di effettuare colloqui in carcere, prima con il papà Enrico e poi con Vincenzo Schiavone ’o petill, killer dei Casalesi e marito della zia materna, Sascia Del Villano.
A dimostrare l’urgenza di questi incontri, dicono i militari, è il fatto che Emilio chiese alla sorella della mamma di annullare il suo colloquio telefonico che aveva già fissato per sabato con ’o petill: se non lo avesse fatto, a Martinelli non sarebbe stato permesso di confrontarsi di persona con lo zio nella prigione di Cuneo per il venerdì successivo, cioè il 17 luglio 2020.

Si tratta di incontri che non erano stati programmati e per concretizzarli, stando a quanto si apprende dalle conversazioni captate, Emilio si era detto pronto a pagare qualsiasi cifra per l’acquisto dei biglietti che lo avrebbero portato a destinazione.
La presenza della famiglia Marino spunta fuori in occasione della visita, datata 15 luglio 2020, che il sanciprianese fa al papà, in quel periodo al 41 bis nella prigione di Parma dove era recluso anche Gennaro Marino, 54enne, fratello di Gaetano, storico reggente della cosca Mackay di Secondigliano, ucciso a Terracina nel 2011 in un agguato di camorra.

I carabinieri ascoltano la chiamata che Nunzia Del Villano, moglie di Enrico, fa a Monica Cardone, consorte di Gaetano Marino, informandola che aveva prenotato due taxi per raggiungere comodamente il carcere. I militari non si limitano alle intercettazioni: per documentare che le due famiglie avevano viaggiato insieme vanno in stazione e fotografano (al ritorno da Parma) Emilio Martinelli, uno dei suoi fratelli e la Del Villano in compagnia della Cardone e dei suoi due figli.

La fidanzata non gradita

Ma di cosa avevano parlato i sanciprianesi con il boss Enrico? Tra i temi affrontati, dicono gli investigatori, il fidanzamento di Nicola Martinelli (fratello di Emilio) con una ragazza la cui famiglia non era ben vista dalla mamma Nunzia. Durante il colloquio, la donna chiede al marito se avesse ricevuto una lettera, nella quale aveva fatto riferimento ai parenti della fidanzata di Nicola e che conteneva pure le foto della festa dei 30 anni di Emilio. L’ergastolano risponde negativamente. La missiva, infatti, non era giunta al boss: l’ufficio censura della prigione di Parma aveva considerato il suo contenuto ‘sospetto’ e così l’aveva bloccata.

La vacanza

La settimana centrale del mese di agosto 2020, hanno accertato i carabinieri, è stata trascorsa da Emilio Martinelli a Porto Cervo. Con chi? Insieme ad alcuni congiunti della famiglia del boss Marino. Tra loro c’era Marco Cafasso, 24enne, fidanzato di Mary Marino (figlia di Gennaro Mckay). A confermare lo stretto legame tra i Martinelli e i Marino, i carabinieri hanno annotato anche conversazione tra Emilio e la Cardone datata 13 agosto 2020 durante la quale parlano di quali sarebbero stati i rispettivi impegni estivi.

L’ombra della droga

La relazione tra i sanciprianesi e i familiari del boss Gennaro Marino, guida della cosca della Case celesti di Secondigliano, per i militari dell’Arma merita di essere approfondito. Gli elementi che finora hanno raccolto li spingono a credere che, considerato anche l’alto tenore di vita manifestato, Emilio Martinelli possa essere coinvolto (ma è solo un’ipotesi investigativa) in un’attività di traffico di sostanze stupefacenti intrapresa proprio grazie ai contatti con la famiglia di Secondigliano.

I pentiti

Tesi dei carabinieri a parte, a puntare il dito contro il figlio del boss Enrico, è stato anche Salvatore Orabona, ex collaboratore di giustizia di Trentola Ducenta (non è più sottoposto al programma di protezione). Orabona già nel 2016, durante i suoi colloqui con i magistrati della Dda, inserì Emilio Martinelli insieme ad Ernesto e Corrado De Luca, Francesco Caterino, figlio di Peppinotto e Nicola De Falco, detto ‘o fuggiasco, nell’elenco dei ‘nuovi capi zona’ di Frignano, Casale e San Cipriano.
Pure il pentito Umberto Venosa ha parlato di Enrico Martinelli, accusandolo di essere andato a recuperare il denaro (3mila euro) ottenuto dalle estorsioni fatte, in nome del papà boss Enrico, a un imprenditore dell’Agro aversano tra il 2012 e il 2013.

L’indagine

L’attività investigativa, coordinata dal pubblico ministero Maurizio Giordano, che ha tracciato la vicinanza tra Martinelli e i Marino, è documentata negli atti dell’inchiesta, tesa a colpire le cosche Bidognetti e Schiavone, che lo scorso novembre hanno portato all’arresto di 34 persone. Né il figlio del boss Enrico, né la mamma Nunzia, né la zia Sascia, né alcun esponente dei Marino (tutti innocenti fino ad un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile), però, figurano nell’elenco di persone interessate da quella complessa indagine (e, per quanto ne sappiamo, non risultano formalmente coinvolti neppure in altre indagini della Dda).
Quanto descritto dai carabinieri di Aversa rappresenta soltanto un’ipotesi investigativa che sicuramente sarà oggetto di approfondimento, ma che ancora non ha prodotto effetti giudiziari (e non è da escludere che, magari, si accerterà la genuinità dei rapporti tra Emilio Martinelli e i Marino).

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