Pochi agenti, sicurezza a rischio

CASERTA – Negli ultimi due anni l’organico della Questura è stato impoverito da un centinaio di pensionamenti, ma i nuovi arrivi sono stati appena una trentina. Questo il dato emerso a margine della manifestazione tenuta ieri davanti alla Prefettura dal sindacato di polizia Silp Cgil. Una delegazione composta dal segretario provinciale Giuseppe Iazzetta (succeduto da qualche mese a Luigi Caiazzo), dal segretario regionale Salvatore Danese, da Antonio Nuzzo e dal segretario provinciale della funzione pubblica Cgil Raffaele Maietta è stata ricevuta dal prefetto Giuseppe Castaldo, che ha espresso solidarietà alle forze dell’ordine.

I tagli

In tutta Italia mancano alla polizia 4-5000 unità, anche in base ai tagli previsti dalla riforma Madia. Caso emblematico, fanno notare dalla Cgil provinciale, è quello del nuovo presidio appena aperto a Casal di Principe: prevede almeno 50 unità, ma ne sono state distaccate solo 30. Mancano i mezzi informatici e al giorno d’oggi molti reati vengono commessi on line. Le strutture sono vecchie o comunque inadeguate: sia il commissariato di Marcianise che quello di Casale sono ospitati in villette confiscate alla criminalità organizzata, che ovviamente hanno la struttura di un’abitazione e non di un posto di polizia. Per Marcianise si era parlato di trasferire gli uffici nei locali dell’ex giudice monocratico: di questo progetto si sono perse le tracce.

La carenza di personale

Ma la protesta dei sindacati è incentrata anche e soprattutto sulle carenze di personale: la Questura di Caserta è passata in fascia A, ma continua ad avere un organico di 7-800 poliziotti, che dovrebbero essere il 20-30% in più. Sul territorio del capoluogo si riescono a mettere in strada due pattuglie per turno, con difficoltà aggiuntive quando vanno assicurati servizi speciali come i controlli per la “movida tranquilla”, tema di stretta attualità in questi giorni. Nei commissariati la pattuglia per turno è una sola e a volte non si riesce a garantire neppure quella, con il risultato di non poter sorvegliare il territorio 24 ore su 24 e di dover sopprimere i turni di notte.

La manifestazione nazionale

La manifestazione di ieri si è svolta in contemporanea in tutta Italia ed è stata incentrata, oltre che sulle carenze di personale, su mancato rinnovo dei contratti di lavoro e straordinari non corrisposti, revisione e riordino delle carriere; benessere lavorativo e organizzativo trascurato e altri temi. Secondo quanto si legge nel volantino, il rinnovo dei contratti di lavoro è fermo al 2021 e i dirigenti di polizia attendono da 5 anni la firma del loro primo contratto. Per l’anno in corso il Governo ha previsto solo un aumento che va da 24 euro lordi mensili per un agente a 34 per un commissario capo. Una “mancia” che non viene certamente ritenuta adeguata dai rappresentanti di categoria.
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