Acerra, sgominati i clan Andretta e Avventurato

Acerra, sgominati i clan Andretta e Avventurato
Acerra, sgominati i clan Andretta e Avventurato

ACERRA – La risposta dello Stato arriva anche ad Acerra, dove in un colpo solo sono stati sgominati due clan. Arrestati capi e gregari dei gruppi criminali che fanno capo a Salvatore Andretta e a Bruno Avventurato.L’operazione anti-camorra è stata condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna guidati dal capitano Andrea Coratza, i quali hanno dato esecuzione a una misura cautelare emessa dal gip partenopeo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Effettuati 19 arresti. Per 18 indagati è stato disposto il carcere. Uno è stato ristretto ai domiciliari, mentre per un altro è stato disposto il divieto di dimora nel Comune di Acerra. Due risultato irreperibili. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, traffico illecito di droga, estorsione, detenzione e porto di armi. L’indagine ha rivelato l’esistenza di due organizzazioni camorristiche operanti nel Comune di Acerra, unite da un’alleanza ma distinte tra loro, nonché un’associazione dedita al narcotraffico. Inoltre, sono emersi numerosi casi di estorsione ai danni di imprenditori, inclusa una tentata estorsione al marito dell’assessore all’Istruzione Milena Petrella, che si ribellò e denunciò l’accaduto. L’operazione condotta dai carabinieri ha portato all’arresto di 19 persone coinvolte in attività camorristiche ad Acerra. Le accuse contestate includono associazione mafiosa, traffico illecito di droga, estorsione, detenzione e porto di armi. L’indagine ha rivelato l’esistenza di due organizzazioni criminali camorristiche, che operavano nel comune, unite da un’alleanza ma con specifiche distinzioni. Inoltre, è emersa un’associazione dedicata al narcotraffico, coinvolta nel traffico illecito di droga nella zona. L’indagine ha evidenziato l’esistenza di due organizzazioni criminali camorristiche ad Acerra, unite da un’alleanza ma distinte tra loro, oltre a un’associazione dedita al narcotraffico. Inoltre, sono stati scoperti diversi casi di estorsione ai danni di imprenditori locali, incluso un tentativo di estorsione al marito dell’assessore all’Istruzione Milena Petrella, che ha denunciato l’accaduto. L’operazione, portata a termine grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali e alle rivelazioni dei collaboratori di giustizia, rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata e contribuisce a ristabilire la sicurezza e la tranquillità nella comunità di Acerra.

Salvatore Andretta

L’inchino della statua della Madonna nel cortile del boss

L’immediata riconoscibilità criminale del capoclan Salvatore Andretta era desumibile anche dalla vicenda dell’ostentato inchino della “Madonna dell’Arco” al boss, avvenuta il 30 gennaio 2022, all’interno dello stabile di via Garigliano. L’intero evento veniva dettagliatamente ricostruito grazie alle immagini registrate dalla telecamera occultata nella zona, grazie all’estrapolazione dei dati acquisiti tramite l’intercettazione telematica disposta sul cellulare del 60enne nonché grazie alle conversazioni telefoniche captate sempre sul cellulare boss. La parata religiosa dei battenti, vestiti di bianco, con una fascia trasversale azzurra ed una cintura rossa legata alla vita, come emerge dalla consultazione del video – che sostenevano l’effige sacra della “Madonna dell’Arco”, alle ore 11.23 circa, veniva ripresa entrare nel cortile dello stabile della famiglia, al cospetto di Salvatore Andretta, il quale, affacciato dal proprio terrazzo, in compagnia del fratello Diego, del figlio Andrea, e di un parente di sua moglie, dava indicazione ai battenti affinché questi si posizionassero nel proprio cortile per effettuare il rito sacro “ad personam”. La riconoscibilità criminale del boss Andretta proveniva, plasticamente, anche dalle parole di suo cognato, il quale, conversando telefonicamente con Salvatore affermava: “Io sono l’amante tuo io mi atteggio di brutto in mezzo alla via, sono un leone a causa tua, ma tu lo sai io da quando sono uscito dal carcere a causa tua, sono un personaggio. Mi rispettano tutti. Mi guardano tutti e mi salutano in un modo un poco strano”. L’esaltato potere di intimidazione di Salvatore Andretta, del resto, emergeva, cristallino, nei discorsi del boss, quando, discorrendo con il figlio di uno dei tentativi di estorsione, l’uomo non solo si definiva “camorrista” ma, prospettava, nel caso di denuncia dei suoi affiliati, una reazione armata in prima persona e “a viso scoperto” in danno degli eventuali denuncianti. “Ti dico una cosa, questi se scendono e decidono di fare tutti i cantieri di Acerra, a me non me ne passa manco per la testa. Forse non hai capito niente, io faccio il camorrista ad Acerra, ma se quelli vanno là e si ingrippano con la testa, e li vanno a denunciare, io ti dico una cosa, quello va a denunciare i compagni miei, e se i compagni miei portano l’imbasciata a me, io dagli altri non li faccio sparare. Li vado a sparare io a viso scoperto”.

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