Minacce al marito dell’assessore: spari per convincerlo a pagare

Minacce al marito dell'assessore: spari per convincerlo a pagare
Minacce al marito dell'assessore: spari per convincerlo a pagare

ACERRA – Tra le vittime delle estorsioni commesse per conto del clan Andretta c’è anche il marito di Milena Petrella, assessore all’Istruzione del Comune di Acerra. Nei confronti di Fortunato D’Angelo, titolare della ‘Prorema’, azienda che si occupa di servizi per il settore ferroviario,  sono stati portati a termine diversi atti intimidatori. Esplosi colpi di pistola nei pressi della sede della ditta e sotto casa. L’intento della cosca era chiedere il pagamento di somme di denaro per i lavori svolti dall’azienda sul territorio acerrano in virtù del controllo e del predominio criminale di Salvatore Andretta. Il boss compiva atti idonei diretti in modo da costringere la ‘Prorema’ ed il suo rappresentante legale a versargli una somma imprecisata di denaro. Il marito dell’assessore Petrella, però, rifiutò di pagare il pizzo e denunciò le minacce alle forze dell’ordine. L’episodio  relativo alla tentata estorsione di matrice camorristica perpetrata nell’aprile da Salvatore Andretta ai danni di Fortunato emerge dagli esiti delle intercettazioni ambientali eseguite all’interno dell’appartamento di Andrea Andretta successivamente confermate dalle dichiarazioni rese da Giancarlo Avventurato, collaboratore di giustizia e da Gennaro Pacilio. Salvatore raccontava al figlio Andrea proprio della richiesta estorsiva che, nell’aprile 2022, aveva rivolto a D’Angelo, il quale, in quanto datore di lavoro del figlio di Bruno Avventurato, Domenico, godeva della protezione dell’altro clan. Dalla lettura delle intercettazioni, si comprendeva che il capoclan Andretta, in precedenza, aveva incontrato Bruno e gli aveva esternato la propria impazienza perché stanco di attendere, da un anno e mezzo, i soldi da parte del marito dell’assessore Petrella. L’insistenza con la quale il boss pretendeva che D’Angelo pagasse la tangente ha messo a rischio i rapporti tra le due cosche, come ammise lo stesso Andrea Andretta, figlio di Salvatore, in una conversazione con la madre. “Mi sta mettendo tutti contro”. Nonostante ciò, visti i mancati pagamenti da parte del marito dell’assessore Petrella, il capoclan ordinò che venissero esplosi colpi di pistola contro il cancello dell’impresa e sotto casa.

La fine di un incubo per la famiglia di Milena Petrella: “Credo nella giustizia”

Il blitz portato a termine ieri dai carabinieri di Castello di Cisterna con l’arresto di 21 elementi ritenuti vicini ai clan Andretta e Avventurato, rappresenta la fine di un incubo per la famiglia di Milena Petrella, assessore del Comune di Acerra. Nell’aprile del 2022 il boss Salvatore Andretta ordinò che venissero esplosi proiettili contro il cancello della sede della ‘Prorema’, azienda di proprietà di Fortunato D’Angelo, marito del funzionario che ha la delega all’Istruzione, e sotto casa. A raccontare come si sono svolti i raid ci ha pensato Giancarlo Avventurato, che ai pm ha rivelato che “Bruno Avventurato non ha mai fatto un’estorsione a Fortunato D ‘Angelo, datore di lavoro del figlio. Invece so che Salvatore Andretta l’ha fatto chiamare più volte per chiedergli soldi, e poiché questa persona non si è mai presentata, ha fatto sparare una volta nel cancello della sua impresa ed una volta a casa sua. A sparare, da quello che mi è stato riferito, furono Fortunato Natale (nei confronti del quale non è stata presa alcuna misura cautelare) e Domenico De Maria. Nella foto numero 4 riconosco De Maria, autista ed accompagnatore di Andretta. Si occupava di fornire la droga alle piazze tant’è che quando ho comprato da Salvatore, cosa di cui ho già riferito in precedenza, era lui a consegnarmela. Se non ricordo male fu lui a sparare insieme a Fortunato Natale nel cancello dell’azienda di D’Angelo per chiedere l’estorsione per conto di Andretta Salvatore”. Contattata da Cronache, l’assessore Petrella, moglie del titolare della Prorema, ha preferito soltanto concedere poche battute, perché ancora scossa per la vicenda. “Credo nella giustizia – ha detto l’assessore Petrella – Aspettiamo che faccia il suo corso, a partire dagli interrogatori di garanzia e dal successivo ed eventuale rinvio a giudizio”.

Milena Petrella

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