NAPOLI (Francesco Pari) – Quest’estate, nel cuore del Mar Mediterraneo, la flotta delle “Vele del Panda”, un progetto di ricerca e Citizen Science frutto della collaborazione tra WWF Italia e WWF Travel, ha registrato un totale di 242 avvistamenti di creature marine. Da balenottere a tartarughe marine, da pesci spada a delfini, il Mediterraneo ha rivelato la sua ricchezza nascosta. E i suoi problemi, naturalmente. In 132 giorni di monitoraggio svolto da cinque imbarcazioni della flotta delle Vele del Panda, sono stati effettuati avvistamenti che gettano nuova luce sulla biodiversità marina del Mediterraneo. Tra gli incontri più straordinari, spiccano 183 occasioni di interazione con i magnifici cetacei. Quattordici di queste sono state con le imponenti balenottere comuni, creature maestose che hanno affascinato e ispirato i ricercatori e i partecipanti del progetto. Sono state avvistate anche altre specie di cetacei, inclusi capodogli, stenelle striate, tursiopi e delfini comuni, ognuna con la sua unica bellezza e comportamento. Non solo cetacei, ma anche altre creature marine hanno condiviso la scena in questa esperienza unica. Un totale di 17 tartarughe marine è emerso dalle acque, simbolo di tenacia e sopravvivenza. Pesci spada, tonni di grandi dimensioni e pesci luna hanno solcato le onde, mentre le mante mediterranee, note come mobule, hanno svolazzato con grazia nel loro ambiente naturale. La sorpresa ha assunto anche forme alate, con l’inaspettato avvistamento di un fenicottero e un pulcinella di mare durante le navigazioni. Questi momenti hanno aggiunto un tocco ornitologico all’esperienza, sottolineando ancora una volta la diversità degli ecosistemi marini. Uno dei dati più interessanti emersi da questa esperienza riguarda la distribuzione delle specie di cetacei avvistate. Tra le stenelle e i delfini, è emersa una percentuale sorprendente. Dei 99 avvistamenti di stenella striata, solo uno è stato di delfino comune, rappresentando appena l’1% del totale osservato. Questo fenomeno potrebbe riflettere la rarefazione delle popolazioni di delfini comuni nel Mediterraneo, una triste testimonianza degli impatti delle attività umane sugli ecosistemi marini. “Il Mar Mediterraneo è la casa di otto specie di cetacei regolari che purtroppo risentono quotidianamente degli impatti delle attività antropiche”, ha dichiarato Giulia Prato, Responsabile Mare WWF Italia. “Questi impatti includono inquinamento chimico, inquinamento acustico, plastica, traffico nautico eccessivo, sovrappesca e catture accidentali, rendendo la protezione di queste creature vitale per il futuro degli ecosistemi marini”.
Il progetto “Le Vele del Panda” è un’occasione straordinaria per i turisti di diventare attori nella conservazione marina. Attraverso esperienze dirette come queste, è possibile non solo ammirare la bellezza del Mediterraneo, ma anche contribuire alla sua tutela attraverso l’acquisizione di dati preziosi e la sensibilizzazione verso la conservazione delle specie marine. Il progetto fa parte della più vasta campagna WWF GenerAzioneMare1 (20.00%)che coinvolge i volontari anche nelle attività di monitoraggio e tutela dei nidi di tartaruga marina e di fratino e nella pulizia dei litorali. Proprio questa estate il WWF ha inaugurato a Orbetello (nel casale spagnolo della Giannella) “Casa Pelagos”, la prima esperienza museale immersiva dedicata al Santuario dei mammiferi marini: in poco più di un mese la struttura è stata visitata da oltre 500 spettatori. In un mondo in cui la pressione antropica sui mari e gli oceani è in costante aumento, iniziative come “Le Vele del Panda” rappresentano un faro di speranza, dimostrando che la collaborazione tra scienza e cittadini può avere un impatto tangibile sulla protezione dell’ambiente marino. Con un’attenzione rinnovata verso la conservazione e una maggiore consapevolezza dell’importanza dei nostri mari, possiamo sperare in un futuro più luminoso per le meraviglie marine del Mediterraneo.
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