CASTELVOLTURNO – Paura e delirio sul Litorale: auto rubate e inseguimenti di polizia e carabinieri lungo la Domiziana. E a concludere il tragico e pericoloso show, la corsa kamikaze di una pala meccanica. Il protagonista di questa follia è stato un 29enne originario dell’Agro aversano. A spingerlo ad agire con violenza domenica pomeriggio, quando è iniziata la sua escalation di pazzie, sembrerebbe essere stato uno scontro riguardante la gestione di alcuni traffici illeciti con frange criminali nigeriane.
Procediamo con ordine. Il primo step del 29enne è stato quello di rubare alcune vetture che erano parcheggiate lungo la Domiziana. Successivamente si è diretto verso una cava, situata sulla Provinciale 259, via che collega Mondragone a Falciano del Massico: qui ha preso una pala meccanica gommata. Muovendosi con questo mezzo ha danneggiato diverse vetture che si trovavano nei pressi del cimitero di Mondragone, colpendo anche alcuni pali dell’alta tensione che ha incontrato durante l’avanzata verso Castelvolturno (raggiunta rischiando di travolgere le pattuglie che lo inseguivano) dove c’era il suo vero obiettivo: un’abitazione in via Tenerani, a Bagnara Sud, che, a quanto pare, fungeva da deposito di merce rubata e di droga. Il 29enne nei mesi precedenti sembrerebbe aver guidato un gruppo di extracomunitari attivi nello spaccio di narcotici sul Litorale, dedicandosi principalmente al crack e alla cocaina, e nei raid nelle abitazioni. Quando alcuni membri di questa gang sono stati arrestati, è iniziato a entrare in conflitto con altre compagini malavitose nigeriane (anche con chi precedentemente era in affari con lui). L’incursione di ieri sembrerebbe essere stata un gesto dimostrativo del 29enne (indagato a piede libero) nei confronti dei suoi competitors (con cui ora si contenderebbe lo smercio di droga e il buisness dei furti nelle abitazioni). Ad inseguirlo mentre metteva in scena la sua follia ci sono stati gli agenti del commissariato di Castelvolturno e i militari dell’Arma del Reparto di Mondragone, a cui è stata affidata l’indagine sul caso.
Questo episodio, se gli investigatori dovessero riuscire a confermare la tesi dello scontro con i nigeriani legato al controllo dei traffici illeciti, dimostra come la coesistenza delle molteplici frange criminali sul Litorale, in particolare a Castelvolturno, costituisca una polveriera pronta ad esplodere da un momento all’altro.
Il gesto del 29enne è un segnale allarmante: dimostra la persistenza di un clima di agitazione, di uno scontro fra bande che rischia di degenerare. Ed è soprattutto un campanello che deve spingere il governo nazionale a investire con forza ora sul Litorale, non solo garantendo una maggiore presenza di polizia, carabinieri e guardia di finanza, ma anche finanziando progetti mirati all’eliminazione del degrado urbano. Perché è proprio nelle aree abbandonate, senza servizi e poco integrate con il resto della città, che si radica con la criminalità organizzata.
A contribuire alla formazione di uno scenario ad alta tensione c’è il vuoto di potere malavitoso che si è venuto a creare grazie alle recenti retate: la Direzione distrettuale antimafia è riuscita a smantellare, con grande capacità investigativa, la cosca bidognettiana che da anni gestiva le attività criminali sul Litorale. Le gang che erano subalterne a questo gruppo, battitori liberi e gang emergenti ora cercano di prendere il controllo del territorio, di diventare più forti. E questa corsa criminale, inevitabilmente, innescherà degli scontri.
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