E’ morta Rosetta Cutolo, custode dei segreti della Nco

E' morta Rosetta Cutolo custode dei segreti della Nco
E' morta Rosetta Cutolo custode dei segreti della Nco

NAPOLI – Domenica Rosa Cutolo nata a Ottaviano il primo gennaio 1937. A Ottaviano è morta. Non ha mai voluto lasciare la città. Sorella del fondatore della Nuova camorra organizzata, Raffaele Cutolo (deceduto nel febbraio 2021, senza pentirsi e al 41 bis). Ricoverata giorni fa. Venerdì le condizioni sono peggiorate. Assistita fino alla fine dalla cognata, Immacolata Iacolare, e dalla nipote Denyse, concepita durante la detenzione del boss. Rosetta Cutolo, ‘occhi di ghiaccio’. Nubile, schiva, l’aspetto rassicurante. Una lunga vita all’ombra del fratello. Lo raccontano le inchieste della magistratura. 

“Una volta liberi, inviate un fiore a Rosetta”. L’ordine del boss non si discuteva.  

Gli affiliati, appena scarcerati, non mancavano di farle arrivare denaro. Quel denaro che serviva ad alimentare le casse e ad assicurare assistenza legale e ‘mesate’ alle famiglie dei detenuti. Tutti a Ottaviano (e non solo) conoscono il Castello Mediceo: oggi confiscato e restituito allo Stato. Nella sua lunga vita, oltre alla modesta abitazione della famiglia, ha dimorato anche nel sontuoso castello, acquistato dal boss per farne la residenza di famiglia e ora acquisito al patrimonio del Comune.

Da qui fuggì nel 1981 per sottrarsi ad una misura cautelare in carcere.

La Procura disse che qui era tenuta la contabilità: in una nicchia scavata in una parete e coperta da un quadro, trovata poi dagli inquirenti che perquisirono le 50 stanze, in cui Raffaele Cutolo governava il suo feudo. Tutto quello che fu sequestrato il 12 settembre di 42 anni fa ebbe un rilevante interesse per gli investigatori, perché nelle stanze di Rosetta c’erano persino mappe che documentavano la spartizione del territorio. La storia. Divenne latitante nel settembre 1981, dopo essere sfuggita a un blitz. In quegli anni la sua presenza venne segnalata in varie città europee e persino in Sudamerica, ma ha sempre detto di non aver mai lasciato Ottaviano. Arrestata nel 1993, 12 anni dopo, quando si costituì per scontare una condanna a 9 anni e 7 mesi di reclusione. Scarcerata dopo sei anni per buona condotta. Ieri è morta a Ottaviano.

Era l’ultima lady della camorra

Nel 1993 si consegnò alle autorità per scontare una condanna. Non fu arrestata, ma si costituì. Anche questo un segnale. Ultima lady della camorra, dopo Assunta Maresca, ‘pupetta’, deceduta nel dicembre 2021. 

Secondo gli inquirenti, Rosetta Cutolo gestì la Nuova camorra organizzata negli anni, in cui il fratello era detenuto. I più difficili. Custode dei segreti e della cassa. 

Nel 1981 un blitz delle forze dell’ordine interruppe un summit nel Castello Mediceo a Ottaviano, all’epoca residenza di famiglia. Ma la fuga eclatante arriva nove anni dopo, quando riesce a lasciare un convento, che la ospita poche ore prima dell’arrivo dei carabinieri. Conosciuta come Rosetta ’e monache. Non si è mai sposata, non ha figli. Una vita nell’ombra e nel nome del fratello. Negli ultimi 24 anni vive a Ottaviano in modo riservato. Profilo basso. A differenza del fratello. Raffaele Cutolo è sempre stato in prima linea. 

“Deve lasciar stare me e la mia famiglia”. E’ il 13 febbraio del 1982. Le parole di fuoco partono dalla bocca di Pupetta Maresca, che ha indetto una frettolosa conferenza nel Circolo della Stampa di Napoli. Il destinatario è l’imperatore della Nuova camorra organizzata, Raffaele Cutolo. Don Raffaele, dal canto suo, fa sapere che non ha nulla da rispondere a “chella femmina”. Gìà, ma chi è “chella femmina” che ha osato sfidare il padrino? Chi sono queste donne che hanno il coraggio di fronteggiare criminali in grado di muovere veri e propri eserciti?

La Nuova Camorra Organizzata è il cartello criminale che negli anni ’80 fu protagonista della sanguinosa guerra di camorra contro la Nuova Famiglia di Carmine Alfieri

Secondo gli inquirenti Rosetta Cutolo aveva tenuto per un periodo le redini del clan fondato dal fratello, facendo da riferimento anche sul territorio durante la detenzione di ‘don Raffaè’. I motivi sono scritti nei ‘vecchi codici’.

Le madri, le mogli, i figli, le ‘nammurate dei cammurristi, dei picciotti e dei giovinotti onorati, debbono essere rispettate sia dai soci che dagli estranei”. L’articolo 13 del frieno della Società dell’Umirtà, una sorta di regolamento della camorra che porta la data del 12 settembre del 1842, parla chiaro. Le donne vanno rispettate, ma da nessuna parte è espressamente scritto che le stesse possano essere escluse dagli ‘affari’ di famiglia. Anzi.

Il questore ha vietato i funerali pubblici

 I funerali si svolgeranno questa mattina a Ottaviano. Secondo i manifesti pubblici le esequie muoveranno alle 10 e 20 dalla casa della donna e proseguiranno per la chiesa di San Michele Arcangelo. La salma proseguirà per il crematorio di Domicella. Ma il questore Maurizio Agricola ha vietato le esequie pubbliche. E dunque qualcosa potrebbe cambiare. Come già successo per l’ultimo saluto a Raffaele Cutolo: salma benedetta al cimitero. In quel caso i funerali furono spostati alla notte e partecipò una stretta cerchia di parenti. Quel giorno la questura dispose il divieto delle pubbliche esequie per ‘o professore di Ottaviano, deceduto la sera di mercoledì 17 febbraio, all’età di 79 anni, dopo una setticemia alla gola, a Parma, dove era ricoverato in carcere e stava scontando l’ergastolo. Il provvedimento fu firmato da Alessandro Giuliano. Anche le esequie di Rosetta Cutolo si svolgeranno a Ottaviano, a breve distanza dalla sua abitazione e la salma sarà cremata. La storia della famiglia Cutolo passa per il Castello Mediceo, nel cuore di Ottaviano.

Fondato in età longobarda prima dell’anno 1000, il castello è menzionato per la prima volta in documenti ufficiali relativi alla fuga di papa Gregorio VII, il quale vi abitò mentre scappava dall’imperatore Enrico IV.

Il castello fu poi ereditato dalla figlia di Giuseppe, Maria de’ Medici, la quale sposò il duca di Miranda, diventando principessa di Miranda. Da allora il castello restò sempre in possesso di eredi femminili fino ad entrare in possesso della famiglia principesca dei Lancellotti di Lauro. Nel 1980 fu acquistato da Raffaele Cutolo dalla famiglia Lancellotti, tramite uuna società. Nel 1991 fu confiscato dallo Stato e quattro anni dopo affidato al Comune di Ottaviano. 

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