Muovere i soldi e farlo velocemente. Spostarli per far perdere le loro tracce e sfuggire ad eventuali sequestri. Sarebbe stata questa la strategia adottata da Tullio Iorio e Raffaele Pezzella per schermare i guadagni ottenuti con gli appalti pubblici. Secondo la Direzione distrettuale antimafia di Napoli, i due imprenditori (già a processo per mafia) attraverso la Cgs e la Comed, rispettivamente intestate a Carmine Petrillo e a Carlo D’Amore, si sarebbero aggiudicati, nel 2019 e nel 2020, grazie alla compiacenza di Piero Cappello, ingegnere e al tempo in servizio presso l’ufficio Tecnico del Comune di Calvi Risorta, in provincia di Caserta, i lavori per la ristrutturazione del complesso scolastico Cales e di manutenzione straordinaria della statale Casilina. Cappello è un personaggio molto noto in Terra di Lavoro in quanto è stato anche presidente del consorzio Asi di Caserta.
I soldi ottenuti con questi appalti che fine hanno fatto? Una parte, stando a quanto raccontato dai collaboratori di giustizia, finiva nelle casse del clan dei Casalesi. Ma l’attenzione della Direzione distrettuale antimafia di Napoli è stata catturata da 14 bonifici che la Cgs fa in favore della Parking Group per un totale di 442.763 euro tra il 18 novembre 2020 e il 16 febbraio 2021. Questa società ha sede legale a Napoli: la rimessa di autoveicoli è la sua attività principale, ma dal dicembre di tre anni fa è iniziata ad occuparsi anche di lavori edili. L’amministratore unico è Giuseppe Pone, il socio unico, invece, è Ciro Gargiulo. La Parking, hanno accertato gli inquirenti, ha avuto solo 3 dipendenti nel 2018 e 4 tra il 2019 e il 2021.
È titolare di due autovetture in leasing e ha due autorimesse: una in via Scarlatti che consente l’ingresso di autovetture di normali dimensioni e un’altra in via Edgardo Cortese. E dal 2017 al 2021 ha dichiarato redditi di impresa inferiori a 5mila euro. Questi dati per la Dda sono “incoerenti con il volume delle movimentazioni bancarie intrattenute con la Cgs”. E sono emerse svariate anomalie, come numerosi prelievi in contanti, l’emissione di molti assegni circolari e l’accrescimento di bonifici di importi consistenti al Consorzio Sgai, alla Toni Cash e alla Royal Cash. La Procura ha evidenziato anche ripetuti bonifici ad Antonietta Ciano per 344.713 euro.
L’indagine sui due appalti a Calvi Risorta ha convinto il giudice Gianluigi Visco del Tribunale di Napoli ad ordinare il trasferimento in carcere di Iorio, 49enne originario di S. Cipriano d’Aversa, ma residente a Villa di Briano, e Pezzella, 58enne di Casale, trasferitosi a Caserta: sono accusati di turbativa d’asta e trasferimento fraudolento di beni con l’aggravante mafiosa. Disposti dal giudice pure gli arresti domiciliari per Cappello, accusato di turbativa d’asta e falso. Indagati a piede libero Carlo D’Amore e Carmine Petrillo, che rispondono di trasferimento fraudolento di beni, e Giuseppe Napoletano, accusato di riciclaggio (stesso reato contestato pure a Petrillo). I 6 sono da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irreversibile. Pone, Gargiulo e Ciano non sono coinvolti in questa inchiesta e per quanto è a nostra conoscenza non sono indagati.