Napoli. Stop droga, più estorsioni ai negozianti

NAPOLI – Clan scatenati nell’area nord. La tensione è salita alle stelle per il racket. I commercianti del corso Secondigliano sono esausti e hanno chiesto e ottenuto un incontro con le forze dell’ordine. Il faccia a faccia è servito per fare un punto della situazione sulle estorsioni: sono in aumento e serve adottare le contromisure.
Ora sono scattati accertamenti mirati nel cuore del quartiere Secondigliano. Il corso è la strada pesa di mira dagli emissari delle cosche. Ma non è l’unica. Ci sono diverse zone nel mirino dei sodalizi. Ci lavorano gli specialisti della squadra mobile della questura e del commissariato.

Gli agenti cercano di raccogliere informazioni anche in via confidenziale.
Gli scenari sono inquietanti: i clan fanno sempre meno affari con lo spaccio mobile e puntano sulle estorsioni.
In pratica da quando lo Stato ha militarizzato i grandi market degli stupefacenti, hanno dovuto inventarsi lo spaccio a domicilio. Ma le quantità di droga venduta sono ridotte di parecchio: significa meno guadagni. Alla lunga i mancati incassi cominciano a pesare sulle casse delle cosche.
Qui ci sono tre grossi cartelli: gli Scissionisti degli Amato-Pagano, i Licciardi dell’Alleanza di Secondigliano e i Di Lauro di Cupa dell’Arco.

Gli investigatori sospettano che agli esercenti siano arrivate più richieste di ‘pizzo’. E in una situazione già precaria come questa, per molti potrebbe rappresentare il colpo di grazia. Parecchi non hanno superato ancora la fase post Covid.
Ricevere due ‘ingiunzioni di pagamento’ vuol dire chiudere bottega. Del resto non sarebbe la prima volta: già in passato le paranze non avevano raggiunto un accordo e c’erano state invasioni di campo. Proprio nella zona del corso Secondigliano, giudicata dagli inquirenti una sorta di confine tra i diversi territorio. Ed è anche la parte del quartiere più florida sotto l’aspetto commerciale. In passato ci sono state feroci contese. Ora sono scattate le indagini della polizia e la Procura ha acceso i riflettori sul fenomeno delle estorsioni nell’area nord della città.

Gli inquirenti lavorano anche per raccogliere informazioni in via confidenziale. La tensione adesso è salita alle stelle nella zona del corso Secondigliano. E non sono ammessi passi falsi.

Gli investigatori sanno che i clan non molleranno la presa facilmente. Il braccio di ferro è in corso. Gli esperti della Mobile e del commissariato sanno come fronteggiare l’emergenza ‘pizzo’ nell’area nord della città. Era già successo tre anni fa, quando gli esercenti del corso Secondigliano avevano chiesto aiuto alle forze dell’ordine.

Gli investigatori esaminano anche i filmati registrati dalle telecamere di sorveglianza. Le verifiche sono tuttora in corso e sviluppi potrebbero arrivare nei prossimi giorni. Di fatto adesso i commercianti hanno detto basta: la misura è stata superata. Se non ci sono rappresaglie e la situazione sembra tranquilla, non vuol dire che il fenomeno delle estorsioni sia stato debellato. Anzi. Spesso le cosche ‘lavorano’ sottotraccia, per evitare i riflettori delle forze dell’ordine e della Procura.
E’ quello che accade in queste ore nel quartiere Secondigliano. Ma ora gli esercenti hanno fatto muro: si sentono vessati dalle continue richieste delle cosche e hanno chiesto aiuto alle forze dell’ordine.

La situazione è delicata. Il fascicolo è sul tavolo degli investigatori della squadra mobile della questura. Sono stati predisposti servizi in tutta fretta, per capire cosa stia accadendo al corso Secondigliano.

Le verifiche proseguiranno anche nelle prossime ore con la stessa intensità, assicurano dagli uffici in via Medina.
Quasi certamente sono stati previsti controlli in borghese, per monitorare le zone a rischio e raccogliere informazioni utili alle indagini.

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