NAPOLI – Sequestrati 48 milioni di euro falsi in un capannone nel quartiere Ponticelli. Il blitz della Guardia di Finanza è scattato ieri mattina. Gli investigatori non hanno dubbi: allestita una maxi stamperia con i letti per non fermare l’attività. I militari hanno bloccato sette persone. Secondo le forze dell’ordine a coordinare il tutto un 69enne, Alfredo Muoio, di Casalnuovo, professione tipografo, produttore anche di carte da gioco. Sempre secondo la Finanza, non aveva mai messo piede nel capannone, ma era il più esperto: avrebbe coordinato l’attività dall’esterno. Avrebbe impartito le indicazioni, guardando le campionature, che di volta in volta gli portavano, per apportare le correzioni. Se aumentare la tonalità dei colori, o spostare la lastra. C’era un uomo, che faceva la spola. Alfredo Muoio fu fermato nel 2006 per lo stesso motivo in una stamperia di euro a Castelvolturno. Ma torniamo all’operazione di ieri. I finanzieri hanno eseguito un decreto di fermo del pubblico ministero anche per Alessandro Aprea, 42 anni, Ciro Di Mauro, 50 anni, Gennaro Molinaro, 41 anni, Aldo Bifolchetto, 63 anni, Emanuele Bifolchetto, 32 anni e il fratello Umberto Bifolchetto, 39 anni. Quando i militari hanno fatto irruzione nel capannone, hanno trovato due uomini, che dormivano nei letti. I due avrebbero vissuto in un sostanziale isolamento da aprile per portare avanti il lavoro fino a ottenere la quantità di banconote false sequestrate.
I finanzieri li considerano esperti: le banconote sono di altissima qualità – spiegano – idonee a ingannare un cittadino. Non erano ancora state immesse in circolazione: i militari sono stati più veloci. Ma hanno notato che sono riconducibili ad altre banconote già sequestrate. Tra le migliori in circolazione.
Tutti tagli da 50 euro che la Finanza ha sequestrato nel capannone industriale a Ponticelli ieri mattina.
A coordinare le attività investigative è stata la Procura di Napoli Nord.
Nel corso del blitz i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Roma hanno sottoposto a fermo le sette persone, tra le quali figura anche il presunto capo della banda di falsari.
Le banconote venivano stampate con il procedimento ‘offset’ che, rispetto alla tecnica digitale, consente di avvicinarsi enormemente alle banconote originali. Indagini durate 10 mesi. Nel collegio difensivo gli avvocati difensori Giorgio Varano ed Enrico Tucci del foro di Napoli.
Secondo la Procura, all’inizio la stamperia era a Casalnuovo e di recente era stata trasferita a Ponticelli. Il capannone (preso in affitto) era monitorato costantemente con l’ausilio di telecamere esterne, aveva subito modifiche strutturali per consentire l’alloggiamento dei voluminosi macchinari necessari per la stampa, occultati dietro masserizie di uso quotidiano, come i letti e il mobilio. All’interno dell’opificio clandestino, oltre alle banconote false, sono stati sequestrati macchinari industriali, un tavolo luminoso, taglierine, personal computer, vernici, solventi, nonché rotoli argentati utilizzati per realizzare la striscia olografica presente su ogni banconota. Il blitz è stato possibile grazie a prolungate attività di osservazione e pedinamento, all’utilizzo di sistemi di tracciamento GPS, al supporto dei mezzi aerei del Comando Operativo Aeronavale di Pratica di Mare e del Reparto Operativo Aeronavale Napoli della Guardia di Finanza, che hanno consentito la ricognizione dell’immobile ad alta quota, nonché dei Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego Napoli. La metodologia di produzione implica il coinvolgimento di figure professionali altamente specializzate, l’investimento di ingenti capitali e la costituzione di una vera e propria “organizzazione d’impresa” in grado di garantire la produzione su vasta scala di banconote pressoché identiche a quelle originali.
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