Fatture false, tra i 22 indagati persone di Aversa, Trentola Ducenta, Napoli, Frattamaggiore, Sant’Antimo e San Giorgio – I NOMI

Contestati anche episodi di trasferimento fraudolento di beni. Blitz delle fiamme gialle in abitazioni e sedi di aziende dell’Agro aversano e dell’Emilia Romagna.

Inserire nei bilanci della società spese fittizie per generare un’eccedenza di Iva detraibile. In soldoni, sfruttare fatture false per pagare meno tasse. È questo lo schema, ormai diventato molto comune in alcune sacche imprenditoriali, su cui è al lavoro la Procura di Rimini. Un’inchiesta che nasce in Emilia Romagna ma che riguarda principalmente imprenditori dell’hinterland aversano e della provincia di Napoli.

Per raccogliere elementi proprio su questo sistema, che avrebbe sottratto al fisco diversi milioni di euro, la guardia di finanza nelle scorse ore ha perquisito sedi di società e abitazioni di alcune persone coinvolte nelle indagini situate ad Aversa, Succivo, Trentola nell’area di Napoli Nord e in Romagna.

Chi sono? Iliana Bartoletti, 75enne di San Leo, Lorenzo Beneduce, 24enne originario di Napoli ma trasferitosi a Rimini, Fabio Benvenuti, 57enne di Roma, Pietro Bonari, 46enne di Magliano de Arsi, Francesco Buonicontri, 27enne di Aversa, Agata Carobene, 42enne di Lusciano, Barbara Costanzi, 54enne di San Leo, Francesco Saverio Di Simone, 64enne di San Severo, Francesco Della Torre, 59enne di Napoli, Cristina Fernandes, 49enne di San Leo, Giuseppina Ferrante, 45enne di Napoli, Salvatore Guarino, 54enne di Rimini, Edmundo Jakaj, 44enne di Santarcangelo di Romagna, Giuliano Nunzio Miracola, 53enne di Sant’Agata di Militello, Francesco Pagliuca, 47enne di Aversa, Carmen Pisciotta, 34enne di Trentola Ducenta, Tiziano Poggi, 76enne di Rimini, Nunzia Splendore, 69enne di San Giorgio a Cremano, Salvatore Turco, 29enne di Sant’Antimo, Salvatore Volpicelli, 38enne di Frattamaggiore e Luigi Verde, 48enne di Sant’Antimo. Agli indagati viene contestato il reato di uso di false fatture.

L’attività investigativa, coordinata dal pm Stefano Celli, ha fatto emergere anche dei presunti trasferimenti fraudolenti di beni in relazione ad alcune aziende (ipotesi contestata a Barbara e Luca Costanzi, Guarino, Fabio Benvenuti, Poggi, Jakaj, Bartoletti, Muratore, Della Torre e Verde). La Procura, inoltre, ha ravvisato l’ipotesi di calunnia da parte di Della Torre, Luca Costanzi e Poggi: avrebbero presentato denuncia nei confronti di militari del Nucleo di Polizia economico finanziaria delle fiamme gialle di Rimini che stavano eseguendo verifiche fiscali presso la società Eti, pur sapendo che erano innocenti.

I militari venivano accusati di violenza privata e abuso d’ufficio. A Costanzi e Poggi è contestato inoltre il reato di appropriazione indebita perché si sarebbero indebitamente impossessati di un veicolo di un’altra società. I 22 indagati sono da ritenere innocenti fino a una eventuale sentenza di condanna irreversibile. L’inchiesta in cui sono coinvolti è ancora nella fase preliminare e quindi è possibile che nel suo prosieguo emerga l’innocenza degli attuali indagati.

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