Droga a Mondragone, condannato il boss Gagliardi

Pierpaolo Serafino, Angelo Gagliardi e Fulvio Mariantoni

Lo spaccio di droga benedetto dal boss Angelo Gagliardi, alias Mangianastri: è il tema dell’indagine, condotta dalla Dda di Napoli, che lo scorso marzo ha portato a 7 arresti e coinvolto complessivamente 22 indagati. Quell’inchiesta, a distanza di 9 mesi circa, ha sviluppato tre filoni. Il primo ha già portato a tre condanne in primo grado: quattordici anni di reclusione per Gagliardi, 9 anni e 4 mesi per Pietropaolo Serafino e 8 anni e 8 mesi per Fulvio Mariantoni, tutti accusati di far parte dell’associazione a delinquere specializzata nello spaccio di narcotici sul litorale. La sentenza è stata emessa dal giudice Leda Rossetti del Tribunale di Napoli lo scorso ottobre.

Gli altri 19 indagati hanno affrontato l’udienza preliminare nelle scorse ore. Chi sono? Valentino Fiorillo, 35 anni; Emilio Fiorillo, 30 anni; Antonio Bova, 24 anni; Simone Luongo, 24 anni; Oreste Lagnese, 26 anni; Manuel Miraldi, 24 anni; Luciano Santoro, 28 anni; Gennaro Cascarino, 26 anni; Fabio Orveto, 45 anni, tutti di Mondragone; e Giorgio Gigliano, 38 anni, di Napoli, accusati di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di narcotici. Rispondono di singoli episodi di smercio di narcotici, invece, Fernando Palumbo, 22 anni; Michele Vellucci, 29 anni; Luca Basciotti, 26 anni; Andrea Santoro, 33 anni, tutti di Mondragone; Gennaro Castiello, 40 anni; Fabio Marino, 36 anni; Marco Sparagna, 46 anni; Antonio Alduccini, 50 anni; Luciano Valente, 44 anni, tutti di Cellole; Andrea Gravante, 29 anni, di Castelforte. Il secondo filone riguarda chi ha scelto di affrontare il processo con rito abbreviato dinanzi al giudice Sorrentino del Tribunale di Napoli: sono Cascarino, Bova, Valentino Fiorillo, Luciano Santoro e altri due. I restanti, e arriviamo al terzo filone, se saranno rinviati a giudizio, affronteranno il dibattimento dinanzi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Si torna in aula per loro il 16 gennaio.

Secondo i militari dell’Arma di Mondragone, che hanno condotto l’indagine, il boss Gagliardi, grazie al suo ‘carisma criminale’, sarebbe stato in grado di controllare lo spaccio, consentendo all’organizzazione malavitosa, diretta dai Fiorillo, di gestire il business dei narcotici in solitaria. Per farlo, il gruppo, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, doveva corrispondere al mafioso una quota di denaro ogni settimana.

La compagine, prosegue l’accusa, sarebbe stato in grado di soddisfare ogni tipo di domanda di stupefacente e avrebbe assunto, negli ultimi anni, dimensioni significative, tanto da diventare il punto di riferimento per numerosi clienti che potevano acquistare droga a qualsiasi ora del giorno e della notte, sia a Mondragone che a Cellole. Le vendite di hashish, marijuana, cocaina e crack avvenivano sul litorale, grazie a una divisione di compiti ben organizzata. I pusher avevano utenze telefoniche dedicate per ricevere gli ordini degli acquirenti e veicoli destinati esclusivamente all’attività di spaccio.

Nel collegio difensivo degli imputati (da ritenersi innocenti fino a una eventuale sentenza di condanna irrevocabile) figurano gli avvocati Salvatore De Blasio, Antonio Miraglia, Carlo De Stavola, Marco Pagliaro, Ignazio Maiorano, Antonio Gallinaro, Lorenzo Montecuollo, Edomondo Caterino, Goffredo Grasso, Fabrizio Celaj, Angelo Raucci, Leopoldo Perone e Angelo Nicola D’Angelo.

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