ROMA (Mariano Paolozzi) – “Non voglio figure istituzionali. Silvio Berlusconi? Decida il centrodestra”, Luigi Di Maio è appena uscito dall’ufficio del Presidente Sergio Mattarella. L’ultimo giro di consultazioni per la formazione di un nuovo governo, a più di 60 giorni dal voto, è iniziato. La delegazione dei 5Stelle è stata la prima a salire al colle, poi sarà la volta di centrodestra, Pd e nel pomeriggio Liberi e Uguali. Al termine del colloquio, Di Maio ha risposto alle domande dei giornalisti: ribadita l’offerta a Matteo Salvini per un governo politico Lega-5Stelle con individuazione di un premier terzo e no a governi tecnici.
Di Maio: con Salvini o si vota
“Sono disponibile a scegliere con Salvini un premier terzo per fare un governo su punti qualificanti”, ha spiegato il pentastellato di Pomigliano, apparso soddisfatto dopo il colloquio con Mattarella. “Deve essere chiaro che non sono io l’impedimento. La questione non è la figura del premier”, spiega. Ma il passaggio decisivo è sul leader di Forza Italia Silvio Berlusconi: “Abbiamo spiegato le nostra condizioni che vogliamo sottoscrivere con la Lega. Non ci riguarda quello che decide il centrodestra”. In poche parole, no a Forza Italia in un governo, al massimo un appoggio esterno, cosa che Berlusconi non accetterà mai. Sembra un vicolo cieco, con Matteo Salvini che non vorrebbe andare al voto, ma nemmeno appoggiare un governo tecnico.
Il leader 5Stelle: Il ballottaggio lo faranno gli italiani alle elezioni
Governo tecnico a cui Luigi Di Maio ha detto chiaramente “No”. “Chi ha incarichi istituzionali, è bene che rimanga lì dov’è”, chiusura netta quindi. La delegazione grillina si è detta disponibile a votare una manovrina, qualsiasi scenario si presenti, per scongiurare l’aumento dell’Iva. E poi il passaggio sulla legge elettorale: “Non voglio passare due anni a parlare di premi di maggioranza e sbarramenti. Per me il ballottaggio lo faranno gli italiani alle prossime elezioni”. Ora tocca al centrodestra e si potrà capire se c’è la possibilità o meno di formare un governo politico o meno.