CASAL DI PRINCIPE – Per il clan è diventato un business centrale: le estorsioni, ora, garantiscono cifre esigue e gli appalti rappresentano un settore complicato, accessibile a pochi. E così, per tenere viva l’economia dell’organizzazione, i Casalesi non hanno potuto fare altro che puntare sulla droga.
Negli ultimi anni, sostiene il pubblico ministero Maurizio Giordano della Dda di Napoli, tra chi ha avuto un ruolo centrale nel commercio di narcotici – d’interesse per il clan – c’è Gaetano Diana, figlio di Elio, storico esponente dell’organizzazione mafiosa e cognato del padrino Francesco Schiavone, detto Cicciariello.
Se l’Antimafia lo ha inserito tra i cardini della compravendita di droga andata in scena negli ultimi anni nell’Agro aversano è per i risultati dell’indagine condotta dai carabinieri, che hanno smantellato una rete di pusher attiva nell’Agro caleno e a Capua. Tale rete avrebbe avuto come riferimento nell’Agro aversano proprio Diana.
Una tesi, quella del pm Giordano, che trova sostegno nelle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Giuseppe Basco, Francesco Zagaria e Salvatore Orabona (a quest’ultimo è stato revocato il programma di protezione). Diana ha affrontato dinanzi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere un processo con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla vendita di droga, con l’aggravante mafiosa. In primo grado è stato assolto, ma contro tale sentenza il pm Giordano ha presentato ricorso in Appello.
Recentemente, proprio per droga, è stato arrestato il cognato di Diana, Vitaliano Raimondo, perché trovato in possesso nella sua abitazione di hashish, oltre che di proiettili e un giubbotto antiproiettile. E ora sono sotto la lente i suoi rapporti con il figlio di Elio Diana.
A testimoniare che la droga ormai è diventata centrale per il clan è il recente scontro andato in scena tra il gruppo che aveva organizzato Emanuele Liborio Schiavone, figlio del capoclan Sandokan, tornato in libertà lo scorso aprile, e un’ala connessa al gruppo Bidognetti: la contesa riguardava la gestione delle piazze di spaccio a Casale.
Schiavone, rimesso piede a Casale, volle contattare proprio Gaetano Diana per comprendere se potesse contare ancora su di lui. E il figlio di Elio Diana, da considerare innocente fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile, per dimostrare la sua fedeltà all’amico, hanno ricostruito i carabinieri, pubblicò sui social una foto che lo ritraeva con lui abbracciato.
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