In cella con il telefonino, 7 indagati. Monitorando i destinatari di queste chiamate illegali, gli investigatori stanno raccogliendo elementi per nuovi filoni investigativi

I contatti illegali dalla prigione di S. Maria Capua Vetere tra il 2023 e il 2024

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CASTELVOLTURNO – I Telefonini trovati nel reparto Nilo del carcere ‘Francesco Uccella’ di Santa Maria Capua Vetere, sette detenuti indagati. Si tratta di Guido Frascogna, 50enne di Grazzanise, Antonio Lupoli, 56enne di Orta di Atella, Asan Mirel, 31enne di Napoli, Francesco Gaglione, 34enne di Capodrise, Vincenzo Aragione, 44enne di Napoli, Fulvio Lama, 42enne di Castelvolturno e Salvatore Lucaioli, 34enne di Frattaminore. Sono accusati di aver usato illecitamente un cellulare tra dicembre 2023 e gennaio 2024 per comunicare con l’esterno senza autorizzazione. Il pubblico ministero Iolanda Gaudino ha dichiarato conclusa l’indagine sul caso e ora valuterà la richiesta di processo per i sette. Il cellulare che i sette avrebbero adoperato venne trovato nel corso di un controllo nella sesta sezione del reparto Nilo. Nel collegio difensivo degli indagati figurano gli avvocati Mirella Baldascino, Fabio Russo, Massimo Trigari, Raffaele Gloria, Angelo Raucci e Giovanni Nappa.

In alcuni casi, i cellulari che circolano nelle prigioni vengono utilizzati dai detenuti per comunicare con i propri cari, con i quali, seguendo le regole, potrebbero entrare in contatto solo tramite le chiamate autorizzate dalla direzione penitenziaria e i colloqui. Tuttavia, sono emersi scenari in cui i contatti illeciti dalla prigione con l’esterno vengono attivati per organizzare nuove attività criminali che fanno leva, talvolta, pure sulle nuove relazioni che proprio i carcerati stringono tra loro durante la comune detenzione. Spesso, ascoltando e monitorando queste chiamate, gli investigatori raccolgono elementi utili per avviare nuovi filoni investigativi. E sulla base di quanto ascoltano, eseguono, come accaduto nelle ultime settimane in provincia di Caserta, delle perquisizioni.

Nonostante i numerosi blitz degli agenti di polizia penitenziaria volti a scoprire i cellulari che circolano illegalmente in carcere, il loro utilizzo non accenna a diminuire. E questo, come detto, in alcune circostanze, contribuisce ad alimentare il tasso di criminalità nel mondo libero. È evidente che per arginare il fenomeno è necessario adottare altri tipi di provvedimenti, misure che spettano al legislatore. Senza di esse (come quella di schermare dal segnale telefonico alcune sezioni), sarà difficile impedire ai detenuti di mantenere i loro legami con chi è all’esterno delle carceri.

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