Copertura lavorativa a un affiliato: l’intesa tra un imprenditore di Castel Volturno e i Bidognetti

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CASTEL VOLTURNOGarantiscono sostegno economico, consentono alle mafie di investire i loro soldi sporchi (schermandoli) e, quando serve, offrono anche coperture lavorative. Di chi parliamo? Degli imprenditori collusi. E, stando alle ricostruzioni investigative dei carabinieri di Aversa, tra loro ce n’è uno che da anni ha concentrato le proprie attività sul Litorale, legandosi a doppio filo alla fazione Bidognetti.
L’uomo d’affari in questione, sostengono i militari dell’Arma, avrebbe avuto un ruolo importante nel cementificare una relazione criminale tra il clan Nappello, egemone nel quartiere Miano di Napoli, e il gruppo che ora ha come leader Gianluca Bidognetti Nanà, figlio del boss ergastolano Francesco, noto come Cicciotto ‘e mezzanotte. In cosa sarebbe consistito questo ruolo? Un 38enne (è l’età che ha adesso), affiliato proprio al clan Nappello, mentre era sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, voleva beneficiare del regime alternativo dell’affidamento in prova lavoro. E per riuscirci si rivolse (era la primavera del 2021) a Vincenzo D’Angelo (nella foto), alias Biscottino, marito di Teresa Bidognetti, figlia di Cicciotto, e, prima del suo arresto (datato 2022), figura di collegamento tra Nanà – quando era recluso nell’alta sicurezza del carcere di Terni (ora è al 41 bis) – e il mondo esterno.

Insomma, serviva qualcuno che potesse dare un’occupazione al napoletano e Biscottino così si rivolse all’imprenditore di Castelvolturno, secondo i carabinieri, legato proprio alla cosca Bidognetti. I militari registrano tra i due una conversazione incentrata sulla necessità di garantire un ‘posto’ al 38enne. Ottenuto il sì dall’uomo d’affari, D’Angelo successivamente contatta la moglie e questa gli raccomanda di chiarire all’imprenditore (per convincerlo ulteriormente) che il soggetto da far lavorare apparteneva al gruppo criminale dei Lo Russo.
I militari intercettano anche un’altra conversazione che ritengono importante per documentare come l’operazione fosse stata finalizzata a dare supporto a un’alleanza criminale tra cosche. Protagonista di questa chiacchierata ascoltata dai carabinieri è ancora D’Angelo con l’esponente dei Nappello. L’uomo dei Casalesi (ora collaboratore di giustizia), dopo avergli detto che avrebbe avuto il lavoro, lo esorta a scrivere a Gianluca Bidognetti e di comprargli un “profumo”, un gesto di riverenza.

Questo spaccato, contenuto nell’inchiesta che quasi tre anni fa ha sferrato un duro colpo alle cosche di Cicciotto ‘e mezzanotte e della famiglia Schiavone, va tragicamente a tracciare il Litorale Domizio come terra (almeno in parte) dove il clan dei Casalesi riesce a insinuarsi con imprenditori collusi e anche come teatro di accordi tra compagini criminali dell’Agro Aversano e dell’area napoletana.

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