Certificati falsi per le truffe assicurative. La Procura vuole a processo 48 imputati

I presunti raggiri pianificati con la complicità di medici e infermieri

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CASAL DI PRINCIPE – Una presunta associazione criminale specializzata nel raggirare le compagnie assicurative: è il tema dell’indagine, coordinata dal pm Gerardina Cozzolino, che ora rischia di dare il via al processo per 48 imputati. Il 28 aprile affronteranno l’udienza preliminare dinanzi al giudice Emilio Minio del Tribunale di S. Maria Capua Vetere.

L’attività dei carabinieri del Nucleo investigativo di Aversa avrebbe tracciato un’ipotizzata struttura delinquenziale che si basa su due cardini: da un lato alcuni camici bianchi, dall’altro una schiera di legali impegnati a procacciare chi, in cambio di pochi euro, si sarebbe prestato a fare da attore nei falsi incidenti. Tutti avrebbero marciato nella stessa direzione: procurare elementi (referti medici e testimonianze) in grado di provare l’esistenza di sinistri che mai, in realtà, si erano verificati e così riuscire a raggirare le compagnie assicurative.
Gli imputati (da considerare innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile) sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere, fraudolento danneggiamento dei beni assicurati, falso, corruzione e favoreggiamento.

Nel corso dell’attività investigativa è emerso, sostiene la Procura, diretta da Pierpaolo Bruni, che la gang era solita portare presso vari pronto soccorso della Campania, del Basso Lazio e del Molise persone che presentavano pregresse fratture, le quali, dichiarando false generalità ed esibendo documenti contraffatti, consegnati da altri complici compiacenti, si facevano rilasciare referti medici attestanti lesioni (non causate da sinistri stradali). Questi certificati venivano poi usati per presentare istanze di risarcimento danni alle varie compagnie assicurative, collegando le ferite agli effetti di incidenti automobilistici di fatto mai avvenuti.

Il presunto gruppo criminale era solito inviare, invece, persone sane che si prestavano a dichiarare il falso sostenendo di essere state coinvolte in incidenti, nei pronto soccorso di Marcianise e Maddaloni, dove c’erano camici bianchi compiacenti che accertavano lesioni inesistenti. E in cambio di tale condotta, i dottori avrebbero ricevuto denaro dall’organizzazione. Questi certificati venivano dichiarati conformi da un infermiere addetto all’archivio sanitario della direzione ospedaliera di Marcianise per superare il controllo effettuato successivamente dalle agenzie investigative incaricate dalle compagnie assicurative coinvolte, in modo da ottenere indebitamente, senza alcun intoppo, le somme erogate a titolo di risarcimento.

Quella che è stata considerata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere la mente dell’ipotizzata organizzazione criminale ha sede nell’Agro Aversano. Da chi è formata? Per gli inquirenti, ad animarla sono i fratelli Guglielmo e Gianluca Di Sarno. Sarebbero loro, afferma il pm Cozzolino, i promotori e organizzatori del gruppo, che stabilivano le modalità delle azioni delittuose. Insomma, erano il vertice della ‘piramide’.

I due, secondo la tesi dell’accusa, non si limitavano a organizzare tutti gli elementi necessari per presentare la richiesta di risarcimento, ma si attivavano anche per la pratica giudiziaria. E appena un gradino più in basso in questa piramide, in veste di loro collaboratori, c’erano, secondo gli inquirenti, Antonio Abatiello e Emilio Acunzo.

Nel collegio difensivo dei 52 imputati, tra i legali impegnati, gli avvocati Bruno Moscatiello, Pierluigi Liccardi, Carlo De Stavola, Mirella Baldascino, Pasquale Diana, Mirko Del Giudice, Loredana Fedele, Giuseppe Stellato, Ferdinando Letizia, Antimo Busico, Enzo Di Vaio, Annalisa Recano, Agostino D’Alterio, Vincenzo Alesci, Antonio Pota, Enzo Guida, Giuseppe Scala, Michele Di Fraia, Giovanni Cantelli, Andrea Piccolo, Alfonso Quarto, Luca Di Caprio, Giovanni Cacciapuoti, Giuseppe Piroddi, Antonio Emiliano Pota, Marco Simonelli e Giuseppe Patierno. Nel corso dell’udienza preliminare, gli imputati potranno anche scegliere di essere giudicati con rito abbreviato ed evitare così un eventuale dibattimento.

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