CASAL DI PRINCIPE – “Un affiliato al clan, si occupava della cassa di Gianluca Bidognetti”: è il ruolo che, a detta di Vincenzo D’Angelo, alias Biscottino (collaboratore di giustizia) avrebbe avuto Giuseppe Carrano. Parla di lui quando gli inquirenti della Dda di Napoli lo invitano a riferire le informazioni in suo possesso su un altro pezzo da novanta della cosca, Nicola Gargiulo Capitone.
Biscottino racconta ai magistrati che Gianluca Bidognetti Nanà, guida della compagine messa in piedi dal padre ergastolano, Cicciotto ‘e mezzanotte, aveva indicato dal carcere di Terni (dove era recluso prima di finire al 41 bis) proprio Gargiulo come reggente dell’organizzazione. Una direttiva che Nanà, narra il pentito, impartì attraverso una videochiamata sul telefono di tale Giovanni Stabile mentre Gargiulo era a casa di Carrano, a Chiaiano. Ed emersa la figura del napoletano, D’Angelo (genero di Cicciotto) ne chiarisce la presunta funzione.
Cosa faceva? Carrano, a detta del pentito, raccoglieva i soldi della cosca e li distribuiva ai vari affiliati e poteva anche risolvere in autonomia controversie in ambito di droga e di estorsione. D’Angelo dice queste parole nel 2023, ma la figura di Carrano era emersa già nel corso dell’attività investigativa che aveva fatto scattare una nuova ordinanza di arresto per Nanà e altri suoi sodali (tra cui lo stesso D’Angelo). Nel corso della fase di indagine, Carrano veniva indicato dai carabinieri come un soggetto orbitante intorno al nucleo mafioso dei Nappello.
Su di lui i militari avevano intercettato una conversazione tra la zia, Anna Carrino, collaboratrice di giustizia, ex moglie di Cicciotto, e la sorella di quest’ultima, Rosalba. La chiacchierata è datata 15 dicembre 2020. La pentita, conversando con la sorella che vive a Qualiano, apprende che il nipote, Giuseppe Carrano (figlio di Rosalba) a breve sarebbe stato scarcerato e temeva che potesse essere coinvolto negli scontri di camorra attivi in quel periodo a Chiaiano. Prima di questa conversazione, i carabinieri ascoltano anche un avviso da parte della Carrino dato a Nicola Sergio Kader, capozona sul Litorale per i Bidognetti: la donna avvertì Kader (marito di sua nipote) che Carrano lo cercava. Ed effettivamente i due si sentono il 16 ottobre in occasione di un permesso che il napoletano – al tempo ancora in carcere – ottenne. Se l’inchiesta tracciò questo avvicinamento tra Carrano e soggetti operanti nei Bidognetti, con la successiva collaborazione con la giustizia di D’Angelo è stato tracciato un profilo che, se confermato, appare preoccupante: ovvero la sua ipotizzata operatività nel clan.
Le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia non rappresentano verità assolute: vanno vagliate e riscontrate. Se quelle di Biscottino saranno ritenute solide, la posizione di Carrano rappresenterebbe l’ennesimo elemento a conferma della commistione, ormai consolidata, nel clan Bidognetti tra soggetti dell’Agro aversano e del Litorale domizio con quelli operanti nell’area partenopeaCarrano non è stato raggiunto da ordinanza cautelare né in relazione all’inchiesta che fece scattare una nuova accusa di mafia per Gianluca Bidognetti e compagnia né per quella recente che ha portato cautelarmente in carcere Gargiulo.
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