NAPOLI – La periferia orientale è in fiamme. Domenica il terzo agguato in cinque giorni dopo l’annuncio del prefetto di istituire la zona rossa nel quartiere Ponticelli. Michele di Bari ha adottato misure stringenti, intensificando i pattugliamenti, in particolare dopo l’accoltellamento di un trentenne in un parcheggio in viale Margherita dopo una lite per viabilità. Ma non basta. Nelle ultime ore è successo di tutto. Gli investigatori hanno elevato il livello di allerta. Lo scontro principale si consuma nel quartiere Ponticelli. Qui due paranze sono arrivate ai ferri corti: i De Micco-De Martino e i reduci dei D’Amico. Secondo le ultime informative della squadra mobile, alcuni referenti dei D’Amico hanno lasciato le palazzine al parco Conocal. Qui nelle ultime ore la tensione è salita alle stelle. I Bodo hanno lanciato un ultimatum ai ribelli dei D’Amico: devono andare via dal Conocal. Secondo gli inquirenti, è una mossa preventiva, per evitare una eventuale riorganizzazione dei rivali. Perché il fronte nemico è ampio: dai De Luca Bossa, ai Minichini, Casella, passando per i D’Amico e i Reale-Rinaldi, Aprea.
I De Micco-De Martino con ogni probabilità temono un ricompattamento dei rivali. I Bodo sono usciti vincenti dall’ultima faida, ma ora temono di perdere il controllo in alcune zone. Da qui l’affondo nelle roccaforti dei rivali, in particolare al rione De Gasperi e al parco Conocal. Qui oggi girano batterie di centauri, come per sorvegliare l’area. Pochi giorni fa in viale delle Metamorfosi è stato ucciso un ragazzo di 25 anni. L’omicidio di Antonio De Cristofaro viene letto dagli investigatori della Mobile come un possibile avvertimento. Al vaglio degli inquirenti scenari e dinamica del crimine, con l’ipotesi di un monito da decifrare: a chi era indirizzato e perché? La Mobile e il commissariato Ponticelli sospettano un’esecuzione pianificata nei dettagli da killer ‘professionisti’. Gli investigatori spiegano che De Cristofaro non è vicino ai clan in guerra a Ponticelli, ha frequentato in passato personaggi degli Aprea di Barra, nemici dei De Micco-De Martino. Nel febbraio del 2023 era stato fermato a Mergellina in compagnia del figlio del boss Aprea e di altre due persone a bordo di un’auto, in cui c’era una pistola.