CASERTA (Anastasia Leonardo) – L’atteso faccia a faccia con Elly Schlein nn è avvenuto, dunque, dopo una breve tregua politica, Vincenzo De Luca ha deciso di tornare all’attacco. Il Presidente della Regione Campania non sembra disposto ad accettare passivamente l’asse PD-M5S e soprattutto la candidatura di Roberto Fico – ma anche di Sergio Costa – alla guida della Regione. Un’ipotesi, questa, che De Luca giudica irricevibile, e che ha scatenato in lui una reazione tanto prevedibile quanto dirompente: rilanciare un Terzo Polo, autonomo sia dal Partito Democratico che dal Movimento 5 Stelle, ma anche alternativo al centrodestra.
Una mossa che mira a spaccare il fronte progressista e a ribadire il suo peso politico sul territorio, sfidando apertamente la segretaria del PD Schlein, con cui i rapporti sono ormai ai minimi storici. La proposta di De Luca sarebbe quella di una candidatura terza, capace di catalizzare il consenso dei moderati e degli scontenti dell’attuale gestione politica del centrosinistra. Secondo fonti vicine al Presidente, nei prossimi giorni potrebbe tenersi una riunione riservata con i vertici regionali di Italia Viva, Azione e Partito Socialista Italiano. L’obiettivo: costruire una coalizione centrista che possa sostenere un candidato alternativo al ticket PD-M5S. Sul tavolo ci sono due nomi forti dell’attuale giunta regionale: Fulvio Bonavitacola, vicepresidente e fedelissimo di De Luca, e Lucia Fortini (nella foto), assessore alla scuola molto attiva soprattutto sul fronte delle politiche sociali ed educative.
La scelta del nome sarà determinante per calibrare il peso del nuovo polo, ma il messaggio politico è già stato lanciato: De Luca non intende farsi da parte, e punta a dettare ancora lui le regole del gioco, anche al prezzo di una rottura definitiva con il Partito Democratico.
In parallelo alla manovra politica, De Luca è alle prese anche con la definizione della data delle prossime elezioni regionali. Scartata l’ipotesi di un rinvio alla primavera del 2026, si ragiona adesso su tre date possibili: 26 ottobre, 9 novembre oppure 16 novembre 2025. Tre opzioni che potrebbero essere discusse anche in sede di Conferenza Stato-Regioni, ma che – per legge – possono essere decise autonomamente dalla singola Regione.
Non si tratta solo di un dettaglio organizzativo. La data delle elezioni potrebbe infatti avere effetti diretti anche sulla durata di alcune amministrazioni comunali – come Cava de’ Tirreni e Mercato San Severino – i cui sindaci avrebbero intenzione di candidarsi alle Regionali. In tal caso, la legge impone dimissioni o decadenza al momento della presentazione delle liste. Un calendario più ravvicinato potrebbe quindi costringerli ad anticipare l’uscita di scena dai rispettivi municipi, modificando gli equilibri locali.
La decisione di De Luca di costruire un Terzo Polo imbarazza il Partito Democratico, già diviso al suo interno tra l’ala più vicina alla segretaria Schlein e i territori ancora fedeli alla linea deluchiana. La candidatura di Roberto Fico, sostenuta dal M5S e da una parte del PD, non è mai decollata del tutto, e rischia ora di essere ulteriormente indebolita dalla mossa del Presidente uscente.
Il PD si trova stretto in una morsa: da un lato l’alleanza con i 5 Stelle, che però non convince gli amministratori locali e molti militanti, dall’altro l’attivismo di De Luca, che gode ancora di una vasta rete di consenso e di potere sul territorio. Con il centrodestra che osserva pronto a capitalizzare le divisioni altrui, la Campania rischia di trasformarsi in un banco di prova decisivo per la tenuta del campo largo e della leadership di Elly Schlein.
Il quadro che si delinea in Campania è quello di una competizione regionale ad alta tensione, dove gli scontri interni al centrosinistra rischiano di essere più feroci di quelli con il centrodestra. La partita che si gioca va ben oltre i confini della Regione: riguarda l’identità stessa del campo progressista italiano e i rapporti di forza tra le sue anime. Con la possibile discesa in campo di un Terzo Polo e l’apertura a nuove alleanze, De Luca vuole giocarsi fino in fondo le sue carte. Per vincere ancora, certo. Ma soprattutto per dimostrare che, anche fuori dal PD, può ancora essere lui a guidare i giochi.