Scandalo a San Vitaliano. La minaccia a un dipendente: “Volerai dal primo piano del Comune”

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Rosalia Anna Masi

SAN VITALIANO – E’ partita da una denuncia, quella di un funzionario comunale che nel gennaio del 2024 ha deciso di rompere il silenzio, l’inchiesta che ha portato all’arresto della sindaca e all’emersione di un sistema di potere piegato, secondo gli inquirenti, a logiche clientelari e intimidatorie. L’uomo, un dipendente del Comune, si è presentato agli investigatori raccontando di essere vittima di minacce e pressioni da parte della prima cittadina e del marito, quest’ultimo privo di qualunque incarico formale, ma descritto come una presenza costante e pervasiva nella gestione dell’amministrazione comunale. Il funzionario, a sostegno delle sue accuse, ha fornito registrazioni audio che documenterebbero le pressioni subite. Prove che hanno convinto la Procura ad avviare una serie di attività tecniche di intercettazione, che hanno messo in luce un quadro preoccupante.

In particolare, emerge un clima di ostilità esplicita nei confronti del dipendente “scomodo”, accusato dalla coppia di “remare contro”. In una delle conversazioni intercettate, Vitaliano Vellusi – marito della sindaca – si lascia andare a un’espressione inequivocabile: “Non so, devo fargli una palata”, riferendosi proprio al funzionario. Secondo l’ipotesi accusatoria, l’obiettivo della pressione era chiaro: costringerlo a lasciare il posto di lavoro, liberando così l’ente da una figura ritenuta “non allineata” e potenzialmente dannosa per il progetto politico della sindaca. Uno degli snodi principali dell’inchiesta riguarda l’affidamento dell’appalto per la gestione di servizi comunali alla società Econova. Secondo quanto emerso dalle indagini, l’aggiudicazione sarebbe avvenuta in violazione delle prescrizioni contenute nel capitolato speciale di appalto, in particolare dell’articolo 28, che richiedeva alla ditta concorrente la disponibilità di un’area di cantiere nel territorio comunale e di uno spazio per il ricovero degli automezzi. Requisiti che Econova non avrebbe posseduto al momento dell’assegnazione.

Perché, allora, favorire proprio questa azienda? La risposta degli investigatori risiede in una presunta contropartita: secondo l’accusa, Econova si sarebbe resa disponibile ad assumere tre persone segnalate direttamente dalla sindaca. Un meccanismo di scambio che il giudice definisce emblematico di una “perseveranza allarmante” nel piegare la funzione pubblica a fini privati e clientelari. A rendere ancora più grave il quadro sono le motivazioni con cui il giudice per le indagini preliminari ha disposto la custodia cautelare in carcere per la sindaca. Il gip parla di una donna “priva di scrupoli nel perseguire i propri obiettivi”, con una condotta segnata da “aggressività” e dalla “volontà di manipolare la struttura dell’Ente per ricompensare elettori e sostenitori politici”. Una rete di favoritismi e pressioni, che – scrive ancora il giudice Raffaele Muzzica – sarebbe stata mantenuta nel tempo con metodi autoritari e potenzialmente ritorsivi.

Proprio il rischio concreto di vendette nei confronti del funzionario che ha sporto denuncia, o di altri dipendenti considerati non “fedeli”, ha spinto il gip a optare per la misura restrittiva più grave, ritenendo inadeguate soluzioni meno afflittive come i domiciliari o l’interdizione dai pubblici uffici. Il fascicolo investigativo resta aperto. Gli inquirenti stanno ora valutando le posizioni di altri soggetti, compresi dirigenti comunali e rappresentanti delle imprese coinvolte. Sotto la lente, anche altri appalti sospetti e la rete di relazioni costruita intorno al potere della sindaca. Tornando alla denuncia del funzionario comunale, l’uomo ha riferito di essere stato vittima delle pressioni di Rosalia Masi e del marito “e che se non avesse immediatamente concluso la procedura volta all’aggiudicazione dei lavori di ristrutturazione del loculi cimiteriali (un appalto da 50mila euro) e non avesse provveduto, in tal senso, in favore della società, in ragione del supporto che i gestori della stessa avevano assicurato alla lista della sindaca nel corso delle più recenti consultazioni elettorali, ‘gli avrebbero fatto saltare la testa’ e l’avrebbe fatto ‘volare dal primo piano’ della sede municipale, così rappresentandogli che gli avrebbero sottratto la gestione degli ambiti di sua competenza e svuotato di contenuto le sue mansioni, svilendone la professionalità” .

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