Il business del sesso in mano ai Contini. Il clan del Vasto incassa soldi dalle mafie africane

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Edoardo Contini e Patrizio Bosti

NAPOLI – Colpo al fenomeno dello sfruttamento della prostituzione. Si tratta di un business criminale ancora molto radicato sul territorio del capoluogo partenopeo. La Polizia di Stato, su mandato della Direzione Distrettuale Antimafia, ha arrestato una donna di origine nigeriana, responsabile di gravissimi reati connessi alla tratta di esseri umani e alla riduzione in schiavitù. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere arriva al termine di un’indagine lunga e complessa, condotta dalla Squadra Mobile di Napoli, guidata dal capo Giovanni Leuci, che ha permesso di ricostruire un quadro inquietante di sfruttamento sistematico ai danni di giovani donne connazionali.

Tra il 2017 e il 2021 la donna ha organizzato un traffico illecito che prevedeva il reclutamento e il trasferimento in Italia di ragazze con la promessa di un futuro migliore. Una volta giunte nel nostro Paese, le vittime venivano private dei documenti e ridotte in uno stato di soggezione psicologica e fisica. Per tenerle sotto controllo, la donna si avvaleva di percosse e minacce, ma anche di rituali esoterici legati al cosiddetto rito vodoo, un mezzo utilizzato per intimorire non solo le giovani ma anche i loro familiari rimasti in patria.

Le condizioni imposte erano disumane. Alle vittime veniva richiesto di restituire una somma pari a 25mila euro più interessi come presunto rimborso per il viaggio, una cifra che avrebbero dovuto accumulare offrendo prestazioni sessuali. Le giovani erano costrette a prostituirsi, prevalentemente nella zona di corso Novara e nel quartiere Vasto a Napoli, con clienti selezionati dalla stessa donna. Un’organizzazione radicata e strutturata, che si sarebbe anche interfacciata con la criminalità locale. Una parte dei guadagni, secondo gli inquirenti, veniva infatti versata al clan Contini, da anni egemone su quel territorio.

L’arresto è avvenuto nel foggiano, dove la donna aveva trovato rifugio negli ultimi tempi. L’operazione rappresenta un colpo importante inferto a un sistema di sfruttamento che colpisce le fasce più vulnerabili, in particolare giovani donne in condizioni di grave difficoltà economica e sociale. La collaborazione tra le articolazioni investigative e l’autorità giudiziaria ha permesso di interrompere un ciclo di violenze e sopraffazione che, per anni, ha calpestato la dignità e la libertà di esseri umani trasformati in merce.

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