GRAZZANISE – Spaccio di droga e armi: sono i temi dell’inchiesta, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, diretta da Pierpaolo Bruni, che hanno fatto scattare, ieri, 8 misure cautelari. A finire in carcere, con l’accusa di aver smerciato narcotici, Fabio Bencivenga, 31enne, e Filippo Gravante, 38enne, entrambi di Grazzanise. Ordinanza di misura cautelare in prigione anche per Guido Frascogna, detto Guidino, 50enne, già detenuto a S. Maria Capua Vetere per una precedente condanna incassata sempre per reati connessi alla vendita di stupefacenti. Domiciliari, invece, per Luigi Frascogna, alias Gigginotto, 78enne, padre di Guido, e Giovanni Parente, 50enne, entrambi accusati di aver detenuto illegalmente armi. Gigginotto avrebbe custodito, in concorso con il figlio, una pistola; Parente, un fucile. Provvedimento più lieve, infine, per Dalila Messino, 25enne, Anderso Dedja, 24enne di Can- cello Arnone, e Michael Panella, 24enne
di Santa Maria La Fossa: i tre, a cui pure viene contestato lo spaccio di droga, sono stati sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le cessioni di droga (prevalentemente di cocaina e hashish) emerse nell’inchiesta si sarebbero verificate tra il 2021 e il 2023.
Le misure sono state emesse dal giudice Alessia Stadio, del Tribunale di S. Maria Capua Vetere, a seguito degli interrogatori preventivi affrontati dagli indagati lo scorso giugno: per loro la Procura aveva proposto il carcere. L’indagine che ha fatto scattare l’ordinanza cautelare, condotta dai carabinieri della stazione di Grazzanise, ha coinvolto a piede libero anche altre due persone. Chi sono? Igna- zio Caianiello, 47enne, accusato di una presunta rapina in concorso con Bencivenga, e Matteo De Martino, 83enne di Capua, che risponde della detenzione illegale di una pistola (la stessa contestata a Guido e Luigi Frascogna). Intercettazioni, perquisizioni, servizi di osservazione, ma non solo.
Tra gli elementi che hanno portato i carabinieri a tracciare la presunta attività di spaccio, ci sono anche le dichiarazioni di diversi assuntori di droga. Sottoposti a interrogatorio, hanno raccontato ai carabinieri da chi e come compravano lo stupefacente. Hanno riferito che in alcuni
casi era il pusher a raggiungerli.
Dove? Quando gli acquirenti erano di Brezza, il punto di incontro era nella zona tra il caseificio San Martino e l’ufficio postale della frazione. Altre volte, per i compratori di Grazzanise, il punto di ritrovo era, a volte, il negozio che gestiva Frascogna. Gli indagati sono tutti da considerare innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile. Nel collegio difensivo, gli avvocati Angelo Raucci, Paolo Raimondo ed Enzo Domenico Spina.