CASAL DI PRINCIPE – Riguadagnarsi un ruolo di primo piano nell’organizzazione criminale, riprendere il controllo degli affari per
conto del clan dei Casalesi: questo, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Napoli, era l’obiettivo che Raffaele Lello Letizia voleva
centrare appena dopo il suo ritorno a Casal di Principe.
Visite dei Russo a Letizia, indaga l’Antimafia
Proprio qui, stando a quanto ricostruito dall’indagine condotta dai finanzieri del Gico di Napoli, Letizia avrebbe riallacciato contatti intensi con soggetti ritenuti vicini agli ambienti mafiosi casertani. Tra questi – sottolineano gli investigatori – figurano Costantino Russo e Raffaele Nicola Russo, rispettivamente figlio e fratello del boss Giuseppe Russo, alias Peppe ‘o Padrino. Entrambi, però, non sono coinvolti nell’inchiesta che ha portato, lo scorso luglio, all’arresto di Letizia (e sono da considerare del tutto estranei ai fatti, nonché innocenti fino a eventuale sentenza definitiva).
Tali frequenti confronti con i Russo, però, a detta dei finanzieri, che hanno tenuto a evidenziarli nell’inchiesta, sarebbero sintomatici del
riaffacciarsi graduale e costante di Letizia alla scena criminale. Il principale business su cui Lello, rientrato da Anzio, avrebbe puntato – sostiene l’accusa – è quello delle slot illegali, da installare in bar ‘amici’ o intestati a prestanome scelti da suoi sodali, e quello delle scommesse clandestine, gestite tramite piattaforme online capaci di offrire quote maggiorate sulle varie competizioni sportive. L’attività intercettiva condotta dal Gico ha fatto emergere anche altre presunte mire affaristiche dell’indagato, tentativi d’investimento
da concretizzare sfruttando il suo storico legame con il clan. Tra questi, l’ipotesi di costruire un capannone industriale utilizzando un
prestanome, progetto che sarebbe poi naufragato proprio per l’assenza della cosiddetta ‘testa di legno’.
Un altro tentativo – secondo gli investigatori – sarebbe stato quello di entrare nel mercato della fornitura di farina per pizzerie della zona, probabilmente attraverso una società riconducibile a un familiare. A determinare la custodia cautelare per Letizia, già condannato in passato perché ritenuto esponente della cosca Russo – una costola del clan Schiavone – non sarebbero stati i progetti falliti nel settore industriale o alimentare, ma il consolidato sistema delle slot illegali e delle scommesse clandestine.