Centrodestra, è lotta tra partiti per aggiudicarsi i presidenti nelle Regioni

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Foto Mauro Scrobogna / LaPresse 26-10-2022 Roma (Italia) Politica - Senato, Voto di Fiducia al Governo Meloni Nella foto: Matteo Salvini, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Antonio Tajani durante i lavori in Senato sulla richiesta di fiducia del suo Governo

NAPOLI – Strada in salita per il centrodestra alle prese con il risiko delle regionali. In attesa di un vertice chiarificatore tra i leader, che a questo punto potrebbe tenersi in Puglia se Giorgia Meloni dovesse farci un blitz dopo Ferragosto, lo scoglio più grande da superare resta
quello del Veneto, dove continuano gli attriti tra alleati all’idea di una lista Zaia in campo. Forza Italia, per bocca del coordinatore regionale in Veneto e Friuli Venezia Giulia, Flavio Tosi, sbarra la strada al governatore uscente e ribadisce che, numeri alla mano, spetterebbe a Fratelli d’Italia la guida del Veneto visto che qui il partito di via della Scrofa ha ottenuto alle ultime europee il “miglior risultato d’Italia, ovvero il 37,5%”. L’ultima parola, però, ci tiene a sottolineare l’ex sindaco di Verona, è del leader della coalizione, Giorgia Meloni: “Spetta a lei la decisione finale, insieme a Tajani e Salvini, ma i numeri dicono Fdi…”. E dalle parti di Fdi continuano ad esprimere perplessità sulla corsa di Zaia con una sua lista civica.

“Deciderà la Meloni chi sarà in Veneto il candidato migliore e vincente”, dice diplomaticamente a mezza bocca un esponente di spicco
meloniano Secondo Tosi “in Veneto non c’è partita, vince il centrodestra. In Calabria rivince Occhiuto, quindi, si riconferma la maggioranza”. In Toscana, invece, “la vedo davvero difficile”. All’ombra del Vesuvio, “come in Puglia, ce la giochiamo”, scommette Tosi. In Campania serve un candidato politico o civico? “Io per natura sono autonomista e federalista, quindi, la scelta è di Martusciello, perché la Campania è casa sua”. Dalle parti della Lega preferiscono non alimentare tensioni sulla ‘variabile Zaia’, ma rivendicano la ‘continuità” di un governatore del
Carroccio nella Regio- ne, convinti che alla fine Salvini riuscirà a con- vincere Meloni e Tajani sul candidato migliore. In Campania, altro nodo
da sciogliere per la maggioranza, a fronte di un ‘campo largo’ a sinistra, la Lega invita all’unità.

I nomi fatti finora sono stati avanzati giusto per sondare le intenzioni dell’elettorato, ma saranno i vertici nazionali dei partiti a decidere: potrebbe riprendere quota l’ipotesi del ministro Matteo Piantedosi, ma un’ipotesi che suscita consensi (anche fra i moderati attualmente nel centrosinistra, che potrebbero decidere di cambiare schieramento) è quello del coordinatore della Zes unica del Mezzogiorno Giosy Romano. Oltre al nome di Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri, sono stati fatti anche quelli di Matteo Lorito rettore dell’Università Federico II, e del ‘magnifico’ dell’università Vanvitelli Giovanni Francesco Nicoletti. Intanto, la Democrazia Cristiana annuncia ufficialmente la propria ripartenza dalla Campania in vista delle prossime elezioni regionali.

In questi giorni il partito è impegnato nella definizione delle liste e nella designazione dei delegati che rappresenteranno il progetto sui territori. “Ripartire da Napoli non è solo una scelta geografica – spiega il senatore Raffaele De Rosa – ma un segnale forte: vogliamo essere presenti là dove la partecipazione democratica, la solidarietà e lo sviluppo devono tornare a essere protagonisti”. Il nuovo percorso della Dc punta a un programma radicato nei valori cristiano-democratici ma orientato alle sfide attuali: lavoro, sostegno alle famiglie, coesione sociale e valorizzazione delle risorse locali. L’obiettivo dichiarato è restituire fiducia nella politica attraverso un impegno concreto, fatto di ascolto e vicinanza alle comunità. Il partito rivolge un appello a iscritti, simpatizzanti e cittadini affinché partecipino attivamente al processo di rinnovamento, contribuendo con idee, energie e competenze. “Il cambiamento conclude la nota, non si costruisce dall’alto, ma insieme, passo dopo passo, nei territori”, conclude De Rosa.

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