TUTTI I NOMI. Scacco alla banda di rapinatori Rolex: 9 arresti tra Marcianise, Casagiove e Napoli

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Gianluca Pellegrino, Arturo De Marco e Luciano Potenza

MARCIANISE – Rapine messe a segno con precisione chirurgica, una rete criminale radicata e spregiudicata, orologi di lusso trafugati e rivenduti tra fiere internazionali e mercati mediorientali con la complicità di noti gioiellieri operanti tra Napoli e Caserta: questo il quadro emerso dall’operazione della polizia di Stato che ieri ha portato all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di nove perso ne, tra cui spicca il nome di Raffaele Fiengo, 49 anni, considerato il capo di una delle più organizzate bande di rapinatori specializzati in orologi di lusso. L’operazione, condotta dalla Squadra Mobile di Napoli con il coordinamento della VII sezione della Procura partenopea, è il frutto di indagini avviate nel 2023, a partire dall’arresto di due minorenni nel 2022, già responsabili di rapine di orologi di prestigio e in contatto con la banda. I poliziotti hanno trovato nell’abitazione di Fiengo 82mila euro in contanti e 18 orologi di lusso, per un valore stimato di circa 450mila euro.

“Chi non ha contanti in casa?”, si sarebbero sentiti rispondere gli agenti dal presunto capo, una frase che racchiude la spavalderia e la sicurezza di chi si sente al di sopra della legge. Fiengo non è un volto nuovo alla cronaca giudiziaria: nel 2023 era già finito in manette in
un’operazione dei carabinieri di Milano che aveva portato al sequestro di beni per mezzo milione di euro. Adesso, il gip ha disposto per lui la custodia in carcere, mentre per gli altri otto indagati – tra cui il figlio 20enne di Fiengo, Ciro, ritenuto corriere del gruppo – sono stati stabiliti gli arresti domiciliari. Gli altri destinatari delle misure sono Luciano Potenza, Italo Russo, Arturo De Marco, di Caserta, ma con un’attività a Marcianise, Gianluca Pellegrino, Giuseppe Augellini, di Marcianise, Alessandro Aversano e Salvatore Cinquegrana, tutti con ruoli precisi all’interno della banda: chi procacciava clienti, chi faceva da corriere, chi si occupava della riparazione e della preparazione degli orologi, trasformando i laboratori in veri e propri centri operativi di lusso.

Le indagini hanno rivelato un modus operandi sofisticato: gli orologi, tra cui Richard Mille, Patek Philippe, Audemars Piguet e Rolex, venivano rapinati in tutta Europa – da Düsseldorf a Roma, da Milano a Caserta – e poi rivenduti principalmente su due canali: fiere internazionali in Germania frequentate da collezionisti facoltosi, o mercati del Medio Oriente tramite mediatori russi residenti negli Emirati Arabi. Tra le vittime figurano nomi noti, come Alessandro Del Bono, presidente della Mediolanum farmaceutica (ex marito di Afef Jnifen, per gli appassionati di cronaca rosa) e Obiang Justo, figlio del presidente della Guinea Equatoriale, vittime di rapine milionarie. Anche il pilota di rally Alessandro Fogliani ha subito un furto di un Audemars Piguet.

Gli inquirenti hanno sottolineato come la banda fosse organizzata con precisione quasi militare: ogni membro conosceva il proprio ruolo e ogni movimento era pianificato per massimizzare il profitto e ridurre i rischi. Non mancava chi falsificava orologi o preparava il terreno per incontri con acquirenti selezionati, dimostrando che il gruppo non operava come un semplice insieme di rapinatori improvvisati, ma come un vero e proprio network criminale internazionale. L’operazione, che ha interessato Napoli, Caserta e i comuni di Giugliano, Cardito, Casoria, Marcianise e Casagiove, segna un passo importante nella lotta contro la criminalità organizzata specializzata in beni di lusso. Gli investigatori hanno recuperato parte della refurtiva e proseguiranno le indagini per ricostruire l’intera filiera dei traffici, che si estendeva oltre i confini nazionali.

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