Raid incendiario nel bunker degli Esposito-Nappi a Bagnoli: bruciata una Fiat 500 elettrica

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Carmine Esposito e Massimiliano Esposito

NAPOLI – Raid incendiario nel bunker del clan Esposito-Nappi nel quartiere di Bagnoli. La polizia e i vigili del fuoco sono intervenuti in via Campi Flegrei per l’incendio doloso di una Fiat 500 elettrica. Il raid è avvenuto nel cuore della notte e non ci sono testimoni. Secondo i pompieri, è stato usato un grande quantitativo di benzina ed è rimasta solo la carcassa. Gli agenti del commissariato di Bagnoli e la Scientifica hanno effettuato i rilievi: qui abitano i capi degli Esposito-Nappi, ma sono tutti in carcere. La macchina non è direttamente
riconducibile ai leader della cosca. Gli inquirenti inquadrano il raid nel bunker del clan come un avvertimento. In fiamme è l’intera parte bassa di Bagnoli, considerata la roccaforte degli Esposito-Nappi. Gli investigatori seguono la pista di una sfida delle paranze di Cavalleggeri d’Aosta (qui ci sono i reduci dei Giannelli), o degli emergenti di Bagnoli, spalleggiati dai Troncone. Adesso la vecchia guardia degli Esposito-Nappi è stata avvertita: dopo la retata e gli arresti deve farsi da parte. Non opporsi alle nuove cosche.

Tutto è cambiato dopo il maxi blitz un anno fa con tredici misure cautelari, tra cui Massimiliano Esposito, detto lo scognato e la moglie. Fermato anche Gennaro Esposito, detto ‘sesè’, che è il fratello di Carmi- ne Esposito, a sua volta genero di Massimiliano Esposito. Misura cautelare pure per Alessandro Tasseri. Un’operazione ‘chirurgica’ condotta dagli esperti della squadra mobile della questura (diretti da Giovanni Leuci). Da quel momento il ‘cartello’ è stato ridimensionato e i rivali hanno cominciato a lavorare ai fianchi, facendo terra bruciata intorno agli Esposito-Nappi. Che il vento sia cambiato gli inquirenti lo hanno capito subito. Quando un commando in moto si è presentato davanti all’abitazione di una donna in via Bagnoli e le ha intimato di lasciare l’alloggio, che occupa regolarmente. Urla e minacce in strada. L’obiettivo era chiaro: costringerla ad abbandonare l’appartamento. E’ la forza di intimidazione dei clan emergenti di Bagnoli. L’episodio è stato messo in relazione alla crescente vulnerabilità degli Esposito-Nappi dopo il blitz.

Gli investigatori sospettano che i clan rivali stiano isolando la paranza fino a oggi dominante. Chiunque sia considerato vicino al gruppo – anche persone senza legami diretti – può finire nel mirino. Questo scenario riflette i nuovi e precari equilibri di potere nella zona. Bisogna fare un passo indietro. Gli emergenti di Bagnoli sono imparentati con i Troncone, anche loro acerrimi nemici degli Esposito. Lo scontro può sconfinare da un momento all’altro, riflette un investigatore esperto. Dietro agli Esposito-Nappi ci sono l’Alleanza di Secondigliano e gli Iadonisi, mentre i Troncone e i ras emergenti di Bagnoli fanno riferimento ai Mazzarella. La nuova paranza di Bagnoli a conduzione familiare si sta imponendo nelle palazzine popolari, restringendo il campo d’azione degli Esposito. Qui basta una scarcerazione eccellente per stravolgere di nuovo gli equilibri e i rapporti di forza. Al momento gli Esposito-Nappi sono in inferiorità numerica e non potrebbero almeno sulla carta – sfidare i rivali. Senza contare che gli emergenti potrebbero aver già stretto un patto con le paranze di Cavalleggeri d’Aosta.

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