Droga e ‘codici segreti’ per un traffico di hashish e marijuana: 7 persone alla sbarra per spaccio

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Dora e Antonio De Rosa

CASTEL VOLTURNO – Una fitta rete di contatti telefonici, incontri fissati nei campi e scambi di denaro nascosti dietro espressioni in apparenza innocue come “un caffè”, “una passeggiata” o “un assaggio”. È la trama che la Procura di Santa Maria Capua Vetere, con il sostituto Anna Ida Capone, ha messo a fuoco in quasi due anni di indagini sul presunto traffico di hashish e marijuana tra Sparanise, Castel Volturno e Cancello ed Arnone, culminate nella richiesta di rinvio a giudizio per sette persone. L’udienza preliminare, davanti al giudice Angela Mennella, è stata fissata per il 9 aprile 2026. Secondo la ricostruzione accusatoria, Antonio De Rosa, detto ’o zingaro, e la moglie
Dora, entrambi di Sparanise, avrebbero acquistato e rivenduto sostanze stupefacenti in più occasioni tra il gennaio e l’aprile 2022. Gli inquirenti descrivono una serie di cessioni documentate anche da intercettazioni telefoniche: panette di hashish cedute a diversi acquirenti in cambio di somme tra i 200 e i 450 euro, spesso con l’uso di linguaggi cifrati.

Agli atti figurano poi episodi che vedono coinvolti i fratelli Marcello e Patrizio Zagaria, di Castel Volturno. Secondo la Procura, avrebbero fornito stupefacente ai De Rosa e ad altri acquirenti, tra cui Michele Venosa, in più circostanze nel 2022, utilizzando messaggi e telefonate per concordare gli incontri. In un dialogo captato dai carabinieri del Nor di Capua, uno dei due avrebbe detto: “Quando vieni a prenderti il fumo di ieri?”, frase che, secondo gli investigatori, alludeva al ritiro della droga. Tra gli imputati figurano anche Alessandra Pezza e Alessandra Pianese, giovani residenti a Castel Volturno, accusate di aver cooperato con i fratelli Zagaria in alcuni passaggi di stupefacente e di aver mantenuto i contatti telefonici con gli acquirenti. In un episodio del giugno 2022, Pezza avrebbe ricevuto istruzioni su dove occultare una “panetta”, mentre Pianese avrebbe fatto da tramite per la consegna a un cliente abituale. A Michele Venosa, 39 anni, viene contestata una duplice posizione: acquirente e, secondo la Procura, intermediario per successive cessioni. Le intercettazioni documentano telefonate con Patrizio Zagaria per l’acquisto di hashish e marijuana in quantitativi compresi tra i 20 e i 50 grammi, con un linguaggio criptico.

L’impianto probatorio poggia sulle attività tecniche condotte dal Nucleo operativo dei carabinieri di Capua, sui verbali delle testimonianze rese dagli acquirenti e su una consulenza tecnica di un ingegnere, incaricato di analizzare i tabulati telefonici. Per la Procura, i sette imputati avrebbero agito “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso”, finalizzato a un’attività di microspaccio organizzato e continuativo in un’area segnata da forti criticità sociali. Gli imputati, difesi dagli avvocati Ignazio e Ciro Maiorano, Ferdinando e Luigi Letizia,
Rosario Avenia, Fiorentina Orefice e Giuseppe Stellato, sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.

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