Marcianise, confiscato mezzo milione a Pontillo: è ritenuto vicino al clan Belforte

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MARCIANISE – La quinta sezione della Cassazione ha posto la parola fine al procedimento di prevenzione contro Angelo Pontillo, imprenditore originario di Capodrise, ritenuto vicino al clan Belforte di Marcianise. Con una sentenza depositata nei giorni scorsi, la Suprema Corte ha rigettato i ricorsi presentati dalla difesa, confermando in via definitiva la confisca di beni per un valore complessivo di oltre mezzo milione di euro. Il provvedimento, già disposto in primo grado dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e successivamente confermato dalla Sezione misure di prevenzione della Corte d’Appello di Napoli, riguarda immobili, quote societarie e conti correnti riconducibili all’imprenditore e ai suoi familiari.

Secondo quanto ricostruito nei decreti precedenti, Pontillo avrebbe svolto per anni il ruolo di imprenditore fiduciario del gruppo Belforte, storicamente radicato tra Marcianise, Capodrise e Maddaloni. Un rapporto – sostengono i giudici – che avrebbe consentito al clan di reinvestire capitali illeciti nel settore edilizio e commerciale, schermandoli dietro società formalmente regolari. Tra i beni confiscati figurano quote delle società Polar Costruzioni srl e Co.Cem srl, operanti nel comparto delle costruzioni e del calcestruzzo, oltre a una serie di immobili tra Capodrise, Casapulla e Caserta: appartamenti, depositi, autorimesse e villette, nonché disponibilità bancarie e saldi di conti correnti intestati a Pontillo e ai familiari.

La Corte d’appello aveva già evidenziato la sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio accumulato, ritenendo “ingiustificata la provenienza delle ricchezze” e disponendo il trasferimento dei beni all’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati. La Cassazione ha ora reso definitiva la misura di prevenzione patrimoniale, ritenendo infondate le censure difensive e legittima la valutazione dei giudici di merito sulla pericolosità sociale del proposto. Ad assistere Pontillo sono gli avvocati Pasquale Acconcia e Ernesto Siracusa.

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