‘Coca’, hashish e marijuana in casa a Torre Annunziata: “Penna Bianca” di nuovo in manette

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Nunzio Nasto

TORRE ANNUNZIATA – Un nuovo colpo è stato inferto alle piazze di spaccio del Vesuviano nell’ambito dei servizi straordinari di contrasto al traffico di sostanze stupefacenti predisposti dalla Questura di Napoli. Nel pomeriggio di sabato, la polizia di Stato ha arrestato Nunzio Nasto, 52 anni, alias ‘penna bianca’, volto noto per numerosi precedenti, anche specifici, in materia di droga. L’operazione è stata condotta dagli agenti del commissariato di pubblica sicurezza di Torre Annunziata. I poliziotti hanno effettuato un blitz all’interno dell’abitazione dell’uomo, nel cuore del centro oplontino, trovando un piccolo ma ben organizzato deposito di sostanze stupefacenti. Durante la perquisizione domiciliare, gli agenti hanno rinvenuto e sequestrato circa 50 grammi di cocaina, 4 grammi di marijuana, 0,6 grammi di hashish e 4 grammi
di cocaina in forma di crack. Accanto alle dosi, già pronte per la vendita al dettaglio, è stato trovato anche un bilancino di precisione e vario materiale per il confezionamento, chiaro indizio di un’attività strutturata e non occasionale. Per Nunzio Nasto sono così scattate le manette con l’accusa di detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spacci Il profilo di Nasto non è nuovo alle cronache giudiziarie.

L’identikit dell’indagato

Nel novembre di tredici anni fa fu coinvolto in un maxi blitz della guardia di finanza contro il clan Gionta. Non solo: l’uomo è il marito di Maria Guarino, conosciuta negli ambienti malavitosi oplontini come ’a pazza, arrestata nel marzo scorso con l’accusa di gestire una fiorente piazza di spaccio in via Sambuco, zona ad alta densità criminale di Torre Annunziata. La donna balzò agli onori della cronaca nazionale dopo che i carabinieri diffusero le immagini di un’operazione in cui, secondo l’accusa, veniva ripresa mentre spacciava droga con un neonato in braccio, suo nipote.

Il contesto

Un fotogramma emblematico che scosse l’opinione pubblica e divenne simbolo di un contesto sociale segnato da degrado e criminalità diffusa. Anche la figlia Marianeve Nasto è finita in quella inchiesta. Era il 6 marzo quando i carabinieri di Torre Annunziata eseguirono un’ordinanza emessa dal gip, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 51 soggetti (15 dei quali destinatari della
custodia cautelare in carcere, 17 ai domiciliari e 19 sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) accusati di detenzione illecita e “spaccio” di cocaina. In particolare, gli indagati, avvalendosi di corrieri della droga provenienti da Napoli e Roma, avrebbero realizzato un giro di affari di circa 8 milioni di euro, con oltre 500mila euro in contanti sequestrati dagli inquirenti nel corso delle indagini. Le
indagini, condotte attraverso una poderosa attività di intercettazione telefonica e ambientale, che protrasse per diversi mesi, consentirono di documentare e ricostruire le dinamiche relative alla gestione dell’attività di spaccio in ben 15 piazze di diverse città, in provincia di Napoli e di Salerno, nonché di recuperare e sequestrare complessivamente 19 kg di cocaina.

Dalle indagini emerse che alcuni indagati si servivano delle abitazioni di soggetti incensurati e anziani per occultare ingenti quantitativi di
sostanze stupefacenti, mentre altri sfruttavano la presenza di neonati per eludere eventuali controlli. L’approvvigionamento delle varie piazze di spaccio avveniva mediante il ricorso a fidati corrieri che, a tal fine, utilizzavano autovetture dotate di scomparti segreti in cui lo stupefacente veniva abilmente occultato. Nel corso delle indagini, gli inquirenti operarono set- te arresti in flagranza di reato, individuando anche soggetti in possesso di armi detenute illegalmente.

Una famiglia in odore di mala

L’arresto di Nasto, dunque, si inserisce in un quadro più ampio: quello di un nucleo familiare già attenzionato da tempo dalle forze dell’ordine per attività di narcotraffico. L’operazione rientra in un piano più vasto della Questura di Napoli, che da mesi sta intensificando controlli e perquisizioni nelle aree considerate “calde” dello spaccio, in particolare nella cintura vesuviana e nel quadrante oplontino. Si tratta di zone dove, secondo le indagini, agiscono picco- le ma radicate organizzazioni familiari, spesso in grado di garantire una distribuzione costante e capillare di sostanze stupefacenti. Non più solo grandi cartelli criminali, ma cellule locali, compatte e agili, che opera- no in modo silenzioso ma continuo, sfruttando appartamenti e cortili di quartiere per nascondere e distribuire droga. Torre Annunziata è da anni uno dei fronti più caldi della lotta al narcotraffico in Campania. In alcuni quartieri, lo spaccio rap- presenta una vera e pro- pria economia parallela,
capace di coinvolgere interi nuclei familiari e di intrecciarsi con fenomeni di criminalità organizzata. Un economia parallela gestita dall’altro Stato, la camorra, che a Torre Annunziata ha diverse anime: Gionta, Gallo-Cavalieri, Quarto Sistema.

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