Centrosinistra pronto a dire addio al “codice etico” per i candidati

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Roberto Fico e Piero De luca a festa unità Montella_di profilo

NAPOLI – Il centrosinistra si prepara a cantare il de profundis per il codice etico. Il sistema di regole ipotizzato dal candidato presidente Roberto Fico nell’incontro di coalizione del 18 settembre scorso e annunciato pubblicamente dal candidato (“Non vedo preoccupazioni sul codice etico che verrà usato per le liste. Abbiamo detto, come si è sempre fatto, che sarà sviluppato un codice etico, poi darò i dettagli”) e fondato sul codice di autoregolamentazione della commissione antimafia del 2019 sembra destinato a morire in culla: diversi esponenti dell’alleanza hanno avversato l’idea, da Clemente Mastella, che ha parlato di “giustizialismo etico”, al capogruppo di Azione Salvatore Aversano e al consigliere di “A testa alta con De Luca” Diego Venanzoni, entrambi molto critici nelle interviste rilasciate a “Cronache”.

Anche l’idea di formare un comitato di garanti composto da magistrati (si era parlato di Paolo Mancuso e Federico Cafiero de Raho) è rimasta sulla carta: c’era il rischio che ideassero regole ancora più stringenti di quelle dell’Antimafia (già giudicate eccessive dai consiglieri). I due, a quanto pare, non sarebbero stati neppure contattati. E alla fine anche Fico ha glissato sull’argomento: all’iniziativa tenuta l’altro ieri allo stadio Maradona ha dichiarato che si giudicherà caso per caso. Quindi nessuno si può considerare escluso in partenza dalle liste. La questione riguarda in particolare Carmine Mocerino, capogruppo di “A testa alta con De Luca”, che è sotto processo. E a questo punto
De Luca potrebbe barattare il cambio di nome della sua lista (la dicitura “con De Luca” non va proprio giù a Fico) con il via libera alla candidatura dei suoi fedelissimi rinviati a giudizio o semplicemente indagati. La questione dovrebbe definirsi a breve.

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