Operazione interforze nel campo nomadi di Giugliano. Blindato l’insediamento in via Carrafiello

204
Nomadi in via Carrafiello a Giugliano

GIUGLIANO – Blitz interforze nel campo rom. La ‘retata’ delle forze dell’ordine porta a 13 denunce e al sequestro di trecento metri cubi di rifiuti metallici e 270 di rifiuti indifferenziati, alcuni in fiamme. Ma andiamo con l’ordine. L’obiettivo è riportare la legalità nella zona e controllare il perimetro dell’insediamento. Le pattuglie dei carabinieri di Giugliano in Campania hanno illuminato di blu l’alba del campo rom di via Carrafiello. Con loro anche i militari del nucleo forestale di Napoli e Pozzuoli, del Nipaaf e del Noe. In campo anche la polizia locale, assistenti sociali del Comune e tecnici dell’Enel. Un dispositivo di controllo importante, votato al contrasto dei reati ambientali. Durante il servizio sono stati rilevati e sequestrati 300 metri cubi di rifiuti metallici e 270 di rifiuti indifferenziati, alcuni in fiamme. Una seria minaccia all’ambiente circostante e alla salute di chi vive nell’area.

13 le persone denunciate per invasione di terreni, tutti insediati abusivamente. Dei 37 veicoli censiti nel campo, 11 sono stati sequestrati per svariate violazioni del codice della strada. Nonostante i piani di delocalizzazione, l’insediamento ha continuato a essere oggetto di blitz delle forze dell’ordine, come ieri. Le associazioni per la tutela dei diritti umani hanno de nunciato la situazione e hanno presentato ricorsi urgenti al governo italiano, chiedendo l’annullamento dello sgombero in assenza di una soluzione abitativa dignitosa e non segregante per le famiglie, la metà delle quali sono bambini. Il Tavolo prefettizio, istituito presso la Prefettura di Napoli, ha monitorato la situazione, lavorando per una “progressiva delocalizzazione” e l’avvio di iniziative sociali, incluso l’uso di immobili confiscati per l’accoglienza. Infatti a seguito di sentenze del Tribunale di Napoli Nord, sono stati emessi diversi ordini di sgombero per l’occupazione abusiva del terreno. Le date di esecuzione sono state più volte fissate e rimandate, creando forte tensione tra gli abitanti e le autorità. La questione è tuttora sul tavolo del prefetto Michele di Bari.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome