GIUGLIANO – La questione della sicurezza urbana torna sul tavolo delle istituzioni: nella notte tra sabato e ieri una bambina di 13 anni è stata derubata delle borsetta con il portafoglio e il denaro nella centralissima piazza Gramsci. C’erano decine di ragazzi in strada in quel momento. La madre ha raccontato poco più tardi la dinamica dei fatti e lanciato un appello. Intanto sono stati intensificati i servizi di controllo in questa zona da parte delle forze dell’ordine.
“Mia figlia di 13 anni in piazza Gramsci è stata derubata della borsetta di jeans – racconta la madre – all’interno c’erano effetti personali e aveva un portachiavi di Stitch con una giraffa”. Le indagini per individuare i responsabili sono tuttora in corso e con ogni probabilità saranno visionati i filmati registrati dalle telecamere di sorveglianza in piazza Gramsci. Intanto la questione della sicurezza è sul tavolo delle istituzioni e delle forze dell’ordine, dopo il caso della banda di rapinatori con il geolocalizzatore, che sta seminando il panico in città: prende di mira i titolari delle attività commerciali e li pedina la sera, quando chiudono i negozi e tornano a casa, seguendoli con il sistema gps. Gli investigatori fanno sapere che è una nuova e preoccupante strategia criminale: i rapinatori utilizzano mini-geolocalizzatori per monitorare gli spostamenti delle vittime e aggredirle in luoghi isolati.
L’ultimo episodio ha visto come bersaglio il gestore di un supermercato, avvicinato in una traversa di via Limitone, quasi sotto casa. Due malviventi a bordo di una moto Honda Adv, con i volti coperti, hanno tentato l’assalto. Il passeggero ha intimato l’alt battendo una pistola contro il finestrino dell’auto, ma la vittima ha avuto la prontezza di accelerare e rifugiarsi nel viale privato. Nella fuga precipitosa, i rapinatori hanno commesso un errore cruciale: hanno perso un cellulare che aveva ancora aperta l’applicazione di geolocalizzazione, la quale indicava l’esatta posizione dell’auto del gestore. Sebbene una prima ispezione della polizia non abbia individuato il dispositivo GPS sull’auto (probabilmente occultato con professionalità), gli investigatori ritengono che si tratti di una banda specializzata, responsabile di altri colpi con la stessa tecnica. La vittima aveva con sé 2.000 euro in quel momento.



















