Intervista alla premier Giorgia Meloni: “Il rilancio del Sud è già iniziato, a Bagnoli un polo turistico”

Le dichiarazioni in esclusiva al presidente del Consiglio dei Ministri sulle sfide e gli obiettivi per il futuro del Mezzogiorno. Il bilancio: “Dalla Zes Unica giro d’affari di 27 miliardi, occupazione record” Regionali: “I campani diano fiducia a Cirielli, uomo giusto per voltare pagina”. Sicurezza: “Esporteremo il modello Caivano, anche Scampia e Secondigliano rinasceranno”. Invitata a rispondere alle nostre domande anche la leader del Partito Democratico Elly Schlein. Nessuna risposta.

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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni negli studi della Rai durante la trasmissione “Cinque minuti”, Roma, Martedì 7 Ottobre 2025 (Foto Roberto Monaldo / LaPresse) Premier Giorgia Meloni during “Cinque minuti” tv program, Rome, Tuesday, October 7, 2025 (Photo by Roberto Monaldo / LaPresse)

Un Mezzogiorno che smette i panni dell’assistenzialismo per indossare quelli del protagonista economico, trainato da record occupazionali e dalla spinta della ZES Unica. È questo il ritratto del Sud delineato dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un’intervista esclusiva rilasciata a Cronache.

La Premier rivendica i risultati delle politiche governative che hanno portato il tasso di occupazione meridionale oltre il 50% e traccia la rotta per il futuro, puntando su grandi eventi e rigenerazione urbana. Al centro del colloquio c’è il Sud e Napoli: dall’opportunità storica dell’America’s Cup, definita leva strategica per il rilancio internazionale della città e per la definitiva bonifica di Bagnoli (con investimenti per oltre 1,2 miliardi), al tema della sicurezza con il “modello Caivano”, strategia replicabile per sottrarre territorio alla criminalità organizzata.

Non manca un passaggio cruciale sulla politica regionale: in vista delle prossime elezioni in Campania, Meloni sottolinea l’importanza della filiera istituzionale tra Roma e Palazzo Santa Lucia, lanciando la candidatura di Edmondo Cirielli come figura chiave per garantire sintonia e concretezza amministrativa.

Presidente Meloni, i dati recenti mostrano una crescita del PIL del Mezzogiorno. Al di là dei numeri, quali sono state secondo lei le leve strategiche decisive del suo governo per innescare questa inversione di tendenza e qual è la visione per rendere questa crescita strutturale?

Quando tre anni fa ci siamo insediati alla guida della Nazione abbiamo fatto una scelta di campo: credere e investire nel protagonismo e nell’orgoglio del Sud, dando alle sue imprese e ai suoi lavoratori la concreta possibilità di misurarsi ad armi pari con il resto d’Italia. Abbiamo detto basta alle disastrose politiche assistenzialiste che avevamo ereditato dal passato e abbiamo promosso una nuova visione fondata sugli investimenti, sulla formazione del capitale umano, sull’innovazione e sul merito. Abbiamo osato e immaginato strumenti innovativi, come la Zona Economica Speciale Unica, che ha generato un giro d’affari complessivo di quasi 27 miliardi di euro e rilanciato l’attrattività di questi territori sui mercati dei capitali e degli investitori. E grazie a questa scelta, accompagnata da tante altre, dalla riforma delle politiche di coesione alle misure per sostenere l’occupazione, come è stata Decontribuzione Sud che vale 7 miliardi di euro fino al 2030, il PIL e l’occupazione del Mezzogiorno sono cresciuti più della media nazionale. Il tasso di occupazione ha superato per la prima volta il 50%, il dato più alto di sempre. Questo è stato possibile soprattutto grazie ai cittadini che ci hanno creduto con noi, e si sono rimboccati le maniche, ed è accaduto perché lo Stato è tornato a fare lo Stato. Capace di scelte giuste anche quando possono sembrare impopolari, e di costruire una strategia e perseguirla. Uno Stato che non considera più gli italiani degli stupidi da convincere con promesse troppo facili, ma persone libere e orgogliose che vogliono poter dimostrare il proprio valore.

Parlando di grandi opportunità, Napoli ospiterà l’America’s Cup nel 2027. Un successo ottenuto dall’Italia che porta con sé immense potenzialità per la città e per l’intero Sud. Qual è stato il merito principale del suo governo nell’assicurarsi questo storico risultato e come intendete sfruttarlo per proiettare nel mondo l’immagine di un’Italia vincente e di un Mezzogiorno che corre?

L’America’s Cup è una delle competizioni sportive più antiche, famose e prestigiose al mondo. È un evento planetario che coinvolge in ogni edizione milioni di appassionati e rappresenta una sintesi unica tra tradizione e futuro, tra avanguardia ingegneristica e spirito competitivo. E noi non vediamo l’ora che questo spettacolo straordinario – di sport, bellezza, passione, tecnologia – abbia luogo in un posto che tutto il mondo ci invidia: il meraviglioso Golfo di Napoli, nello specchio d’acqua tra Castel dell’Ovo e Posillipo, sotto lo sguardo del Vesuvio. Abbiamo presentato la candidatura di Napoli perché eravamo convinti che fosse giusto offrire al capoluogo partenopeo, alla Campania e all’intero Mezzogiorno un’ulteriore opportunità di sviluppo, benessere, crescita. L’America’s Cup contribuirà a rafforzare il dinamismo del Sud, che oggi non è più fanalino di coda ma si sta affermando come locomotiva del rilancio dell’intera Nazione. Ma l’arrivo dell’America’s Cup sancisce anche un’alleanza sportiva di altissimo livello. È nostra intenzione lasciare un’impronta duratura, costruendo progetti che porteranno la vela nelle scuole, integrandola con l’insegnamento delle discipline scientifiche e tecnologiche. Unire la formazione scientifica all’esperienza sportiva sul mare significa offrire ai nostri giovani strumenti concreti per crescere, innovare, immaginare il proprio futuro con fiducia.

Il cuore dell’evento sarà l’ex area industriale di Bagnoli, che ospiterà le basi dei team. Un’occasione irripetibile per accelerare la riqualificazione. Qual è l’impegno del suo governo per garantire che l’America’s Cup diventi il catalizzatore decisivo per restituire finalmente ai cittadini e al mondo quel tesoro paesaggistico negato per decenni?

Bagnoli è il simbolo del potenziale inespresso di questo territorio e di una politica incapace di mettere la faccia sulle sfide difficili. Tre anni fa avevamo promesso ai cittadini che una volta al governo avremmo ripreso in mano una questione che si trascinava da troppo tempo, e abbiamo mantenuto quell’impegno. L’organizzazione dell’America’s Cup si inserisce in un lavoro più ampio del Governo, che nasce dallo stanziamento un miliardo e 218 milioni di euro di risorse della Coesione e dall’impegno per completare il processo di risanamento. Abbiamo fissato anche ulteriori obiettivi, dalla realizzazione del waterfront ai 130 ettari di parco urbano con impianti sportivi e siti archeologici industriali. Un complesso di interventi che dovranno essere realizzati entro il 2031 e che, secondo le stime, genererà un indotto occupazionale di decine di migliaia di unità, tra lavoratori diretti e indiretti. Quindi, un grande progetto di sviluppo per trasformare un’area inquinata in un moderno polo turistico, balneare e commerciale per Napoli, la Campania e il Sud.

Oltre allo sviluppo economico, il suo governo ha messo al centro il tema della sicurezza, con interventi di forte impatto come il “modello Caivano”. Come si può trasformare un intervento nato per un’emergenza in una strategia permanente di riqualificazione sociale e urbana, replicabile anche in altre aree complesse del Sud?

Con metodo, pazienza, dedizione. A Caivano abbiamo dimostrato che non è vero che non ci sono territori irrecuperabili e che lo Stato non indietreggia, ma avanza, con coraggio e determinazione, le cose possono cambiare. Abbiamo raccolto l’appello di un uomo coraggioso come don Maurizio Patriciello e ci siamo assunti le nostre responsabilità, per dare un messaggio che fosse chiaro per tutti: in Italia non ci devono essere zone franche. E così abbiamo riportato a Caivano lo Stato, le Istituzioni, le Forze dell’ordine. Abbiamo sfidato a viso aperto la camorra e la criminalità, e abbiamo detto alle persone perbene e oneste che dello Stato potevano tornare a fidarsi. Che l’illegalità, lo spaccio e il traffico di droga, non sarebbero stati più tollerati e che sarebbero stati perseguiti, con costanza e determinazione. Abbiamo dimostrato che il degrado e l’abbandono non sono un destino, ma una scelta e come tutte le scelte si possono ribaltare. E Caivano è diventato così un modello, un metodo di lavoro, una strategia operativa, che stiamo estendendo ad altri territori della Nazione. A partire proprio da Napoli, dove tra gli interventi più significativi che stiamo portando avanti ci sono lo sgombero e la bonifica del campo rom di Via Cupa Perillo a Scampia, per far spazio ad un campo da rugby da affidare alle Fiamme Oro, e la riqualificazione della piscina comunale di Secondigliano.

In questo contesto di rilancio, la sinergia istituzionale è cruciale. A breve in Campania si terranno le elezioni regionali, che vedono Edmondo Cirielli candidato per la sua coalizione. Quanto ritiene fondamentale, per la messa a terra di questi grandi progetti, una piena sintonia tra il governo regionale e quello nazionale?

Direi che è decisiva, perché consente di trovare più rapidamente le soluzioni e costruire le modalità operative più efficaci. Conosco Edmondo Cirielli da diversi decenni. È un mio amico e un orgoglio uomo del Sud, una persona capace di mettere sempre il destino della sua terra della sua comunità prima del suo. È stato tra i fondatori di Fratelli d’Italia, quando tutti dicevano che saremmo durati pochi mesi e che il nostro progetto politico non aveva speranze. Ed è rimasto sempre dalla stessa parte. In politica la coerenza è un valore, e la parola data ai cittadini è sacra e va rispettata. Ed è questa la chiave di volta per restituire ai cittadini la fiducia nelle istituzioni e l’orgoglio di appartenere a questa comunità nazionale. Ce n’è bisogno in Italia, ma ce ne è ancora più bisogno in una regione come la Campania, dove la politica ha troppo spesso dimostrato di non avere fiducia nei cittadini che governa. C’è un’alternativa ai fallimenti, al clientelismo, alle prese in giro, ai voltagabbana e a chi ha rinnegato tutto pur di sedere su una poltrona. Quell’alternativa c’è e si chiama Fratelli d’Italia, si chiama centrodestra e ha il volto di Edmondo Cirielli.

Elly Schlein non ci risponde: ecco il Partito ‘Democratico’

di Maria Bertone

Nel rispetto dei lettori — e di quella par condicio che tanti invocano e pochi praticano — nelle scorse settimane abbiamo chiesto un’intervista alle due figure oggi più esposte della politica nazionale: Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia, ed Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico. Volevamo parlare di attualità, di scelte di governo e opposizione, e soprattutto delle imminenti elezioni regionali: questioni su cui i cittadini meritano risposte chiare.

Meloni ha accettato. Con buona pace di chi, spesso, la accusa di evitare le domande scomode e di preferire i monologhi ai confronti veri: questa volta ha risposto, punto per punto, alle questioni che le abbiamo posto. Dall’altra parte, invece, il silenzio assoluto. Schlein non ha nemmeno replicato alla richiesta. Nessun sì, nessun no, nessun “ci sentiamo più avanti”. Nulla. Le immagini sotto a questo articolo documentano in modo inequivocabile i nostri tentativi, rimasti senza risposta.

E così oggi ci troviamo davanti a un paradosso: siamo costretti a offrire un’informazione parziale, ma non per scelta nostra. Non perché non abbiamo fatto tutto il possibile per garantire ai lettori un confronto equilibrato. La parzialità nasce dal fatto che una delle due protagoniste ha preferito sottrarsi, lasciando un vuoto dove doveva esserci un confronto. Noi il nostro dovere lo abbiamo fatto. Chi ha scelto di non farlo, se ne assumerà la responsabilità davanti agli elettori.

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