Sequestro lampo a San Giorgio a Cremano: presi i rapitori del minorenne. Chiesero un milione e mezzo di euro per il rilascio.

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NAPOLI – Un blitz scattato alle prime luci dell’alba ha messo fine a un incubo durato oltre sette mesi, scrivendo la parola “giustizia” su una delle pagine più cupe della cronaca locale recente. Con un’operazione congiunta, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due persone, ritenute gravemente indiziate del sequestro di persona a scopo di estorsione di un minorenne. Il provvedimento, emesso dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, è il culmine di un’indagine serrata che ha tenuto con il fiato sospeso un’intera comunità.

I fatti risalgono allo scorso 8 aprile 2025. In una giornata apparentemente tranquilla a San Giorgio a Cremano, si consuma il dramma. Secondo la meticolosa ricostruzione degli inquirenti della Squadra Mobile e del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, il ragazzo viene avvicinato e, in pochi, terribili istanti, la sua vita cambia. Viene preso di peso, trascinato con violenza inaudita all’interno di un furgone che si dilegua rapidamente nel traffico. È l’inizio di ore di puro terrore.

La vittima viene trasportata in un appartamento, trasformato per l’occasione in una prigione angusta e spaventosa. Lì, viene tenuto legato e incappucciato, privato della vista, del senso del tempo e di ogni speranza. Un trattamento disumano, finalizzato a piegare la sua volontà e, soprattutto, quella della sua famiglia. Mentre il giovane viveva nel buio e nel silenzio, i suoi aguzzini davano il via alla seconda, gelida fase del loro piano criminale: l’estorsione.

La telefonata arriva al padre del ragazzo. La voce dall’altro capo del filo è ferma, la richiesta agghiacciante: per riavere suo figlio sano e salvo, dovrà pagare un riscatto. La cifra è da capogiro, un milione e mezzo di euro. Una somma enorme che getta la famiglia in uno stato di angoscia e disperazione.

Inspiegabilmente, dopo diverse ore di prigionia, il ragazzo viene liberato. Un sequestro “lampo” i cui contorni sono ancora al vaglio degli investigatori. La liberazione, però, non ferma la macchina della giustizia. Sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia – un dettaglio che apre scenari inquietanti su possibili, se non probabili, connessioni con la criminalità organizzata – le indagini proseguono senza sosta. Per mesi, poliziotti e finanzieri hanno lavorato nell’ombra, analizzando tabulati, incrociando dati, seguendo piste che li hanno infine condotti ai due sospettati.

L’operazione di oggi chiude il cerchio, assicurando alla giustizia i presunti responsabili di un crimine odioso, che ha colpito un minore e la sua famiglia nel profondo. Resta da chiarire se la liberazione sia avvenuta a seguito del pagamento di una parte del riscatto o se la pressione investigativa abbia spinto i rapitori a desistere.

Come sottolineato in una nota ufficiale dalla Procura della Repubblica di Napoli, che ha diretto le indagini, “il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione”. I due uomini arrestati, pertanto, sono da considerarsi persone sottoposte alle indagini e presunte innocenti fino a una sentenza definitiva. La loro posizione è ora al vaglio della magistratura.

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