Un milione di turisti per Natale: “Affari d’oro” per la camorra. I clan impongono ai titolari di b&b e ristoranti servizi e materia prime

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Pasquale Sibillo e Vincenzo Masiello

NAPOLI – Le festività natalizie portano con sé luci, colori e un’affluenza straordinaria di turisti nelle zone più iconiche di Napoli, dai Decumani ai Quartieri Spagnoli. Secondo le stime, oltre un milione di visitatori attraverseranno le strade del capoluogo partenopeo durante il periodo delle feste, generando un boom di attività per bar, ristoranti e strutture ricettive. Ma dietro l’allegria delle luminarie e il profumo di dolci e caffè si nasconde un lato oscuro: la camorra continua a fare affari d’oro sulle spalle dei commercianti e dei titolari di b&b. Le ultime informative della polizia e dei carabinieri evidenziano come gruppi criminali radicati nel territorio abbiano approfittato del turismo per imporre il proprio controllo economico.

Nei Decumani, i reduci dei Sibillo e i Buonerba sarebbero coinvolti in un giro di estorsioni che costringe gli operatori del settore turistico e della ristorazione a rivolgersi esclusivamente a imprese di pulizia e fornitori selezionati dai clan stessi. Analogamente, nei Quartieri il
Spagnoli, i Masiello, con supporto dei Mazzarella, eserciterebbero pressioni analoghe sulle attività commerciali. La modalità è sempre la
stessa: obbligare i titolari ad acquistare servizi e materie prime da fornitori controllati dai clan, garantendo così un flusso costante di denaro
illegale. L’attività estorsiva si intreccia così con l’economia legale, trasformando il boom turistico in un’occasione di guadagno illecito per le organizzazioni criminali.

Secondo le forze dell’ordine il fenomeno non sarebbe episodico, ma strutturale: la camorra riesce a inserirsi nei momenti di maggiore afflusso turistico, sfruttando la vulnerabilità dei commercianti alle pressioni e alle minacce. L’impatto sulle imprese è duplice: oltre al danno economico diretto, cresce il clima di intimidazione e paura, che limita la libertà di scelta e ostacola la normale concorrenza di mercato.

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